1. Le Jenaise (atto 4-5)


    Data: 02/03/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Vanj B.

    ... come quelli di una volta". A volte si divertiva a farcela "tenere" fino a quando dovevamo digli: ti prego non ce la faccio più. Una volta ci mise un "collarino" al collo con un guinzaglio e ci portò a farla in giardino facendoci camminare "a quattro zampe" proprio come si fa con un cagnolino. Poi, un giorno, me la fece fare in un bicchiere e disse ad Ilenia di bere e la stessa cosa feci io con la sua. Dopo un po’ "fu inevitabile" in pratica ce la facevamo addosso a vicenda e lui a noi "ci siamo abituate a quel sapore un po’ salato". I giorni che lui non era in casa c’istruiva su cosa dovevamo fare e facevamo le stesse cose che ti ho appena descritto tra noi due. Io potevo anche "comandare" Ilenia, così a volte mi divertivo a fargli fare dei giochetti "gli agganciavo il campanellino di Lorenzo ai suoi anellini così ogni volta che si muoveva suonava oppure gli mettevo dei pesi che gli tiravano la pelle e doveva camminare piano tenendo le gambe aperte" Quando Carlo venne a prenderla alla villa, era felice "nonostante tutto lui era sempre l'uomo che amava", ci saluta e ci ringrazia per avergli fatto passare quei mesi cercando di non fagli pensare troppo a lui. Guardandola andar via ho pensato: Lorenzo si sbaglia, non ci sono tre tipi di donne ma quattro. La quarta è la Jenaise che per amore è disposta ad accettare e subire qualsiasi cosa, chissà se Carlo si rende conto di questo. Dopo quindici giorni, Lorenzo tornando a casa mi dice: scusa ma non posso rimanere, mi ha telefonato ...
    ... Massimo, è successo un fatto grave ed ha bisogno d’aiuto. La famiglia di Massimo aveva un'azienda farmaceutica in Piemonte nella zona di Alessandria, in quei giorni ci fu un'autentica alluvione causata dalle forti piogge e molti fiumi e torrenti strariparono inondando d’acqua e fango interi paesi "sicuramente lo saprai perché ne parlarono anche alla televisione per molti giorni" e, anche la fabbrica fu allagata. Vengo con te, gli dico, potrei anche esservi di aiuto e in ogni caso non voglio rimanere qui da sola. Così indosso un paio di jeans "non avevo le mestruazioni" e un maglione e partiamo "con la Range-Rover di Lorenzo". Un vero disastro, fu quello che trovammo quando arriviamo al paese, c'era almeno un metro d’acqua e fango che lo copriva. Guardando quella gente che piangeva e scavava nel fango per liberare le proprie case decidiamo di rimanere lì con loro "la fabbrica di Massimo è in periferia nell'altro versante del paese", Lorenzo si procura degli stivaloni da pescatore due impermeabili e due badili, poi ci aggreghiamo ad un gruppetto e iniziamo a togliere il fango dalle case. Il forte desiderio di aiutare quella gente ci fece lavorare davvero giorno e notte per quasi una settimana mangiando qualche cosa che ci portavano e dormendo qualche ora in macchina "ancora oggi mi chiedo come abbia potuto sostenere quel ritmo di lavoro senza crollare e probabilmente se lo chiese anche Lorenzo". Il fango copriva interamente tutto il corpo e ti entrava dappertutto "dovevi vedere ...
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