1. Promiscuità - parte tre


    Data: 02/03/2019, Categorie: Etero Autore: HegelStrikesBack, Fonte: Annunci69

    Cara Milano, hai visto che sono tornato da te alla fine?
    
    Bene. Sappi che non mi sei mancata per niente e che ti trovo ancora insopportabile, ma tant’è che mi tocca vivere qui, quindi cercherò di apprezzarti al meglio anche questa volta.
    
    Questo il mio pensiero mentre vado a prendere la metro gialla per fare un salto in redazione.
    
    Venti minuti di metro, dieci di tram e il gioco è fatto.
    
    Quando arrivo nel loft che ospita la redazione del blog vengo accolto dal sorrisone a cinquecento denti di Loredana, la mia vicina di scrivania. Una matta siciliana dalle forme procaci e dall’esperienza riguardante il web impressionante.
    
    “Beppe dice che ti vuole vedere immediatamente nel suo studio, hai fatto centro questa volta.”
“Eh, magari… mi ci vorrebbe una soddisfazione ogni tanto. È successo qualcosa in mia assenza Lo?”
    
    “Certo, la Russia ha dichiarato guerra agli americani, hanno scoperto che la nutella non fa ingrassare ma il sedano si e a Paolo Brosio sono apparsi i Daft Punk. Pigi, ma cu minchia m’addumannari! Nenti succedìri mai ccà!!”
    
    “Hai ragione anche tu…”
    
    Rido, per non piangere.
    
    Salgo su nel soppalco del loft, adibito ad ufficio di Beppe, il nostro capo, in un tintinnare e scricchiolare di vetuste scale metalliche riverniciate e spacciate per pezzi di archeologia industriale.
    
    Beppe, nella sua camicia a quadri, sembra non curarsi della mia presenza.
    
    “Io vorrei sapere come hai fatto?”
    
    “Come ho fatto cosa?”
    
    “A portarti a casa un’intervista del ...
    ... genere. È sbalorditiva, ha risposto come a un vecchio amico. Se facessimo uno speciale sul loro tour che parte tra un mese, ti interesserebbe seguirlo? Ti spesiamo e ti fai tre o quattro date raccontando una specie di diario di bordo, che ne pensi?”
“Io penso che, beh, sì sarebbe una cosa interessante, sì.”
    
    Ostento indifferenza, in realtà vorrei solo saltare addosso a quel collo taurino e ricoperto di folta barba, baciarlo e dirgli che in questo momento non potrebbe farmi un regalo più bello.
    
    Ho una scusa, una giustificazione per stare con Nico.
    
    Certo è un rischio, ma io lo devo correre. Per me.
    
    Questa sera si festeggia, da solo, come nella migliore delle tradizioni.
    
    Torno di sotto, il tempo di recuperare i nuovi dischi da recensire dalla mia scrivania e oggi me ne posso già tornare a casa e cominciare il mio weekend.
    
    Durante i cinquanta minuti di tram che mi separano dal quartiere Isola, ho il tempo di controllare il cellulare: nessun messaggio, nessuna chiamata persa, e 44 notifiche su Facebook.
    
    Sono tutti “mi piace” di Nicolò alla mie foto profilo, foto di copertina e post vari ed eventuali.
    
    Sorrido inebetito fino quasi a perdermi la fermata.
    
    Un salto al Carrefour di via Porro Lambertenghi a prendere una bottiglia buona di rosso da scolarmi stasera e rieccomi finalmente a casa.
    
    L’ascensore è un deja-vu incredibile di quello di Roma e non posso fare a meno di sentire la mancanza fortissima degli occhi di Nico piantati dentro i miei.
    
    Mi manca, ...
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