1. Quello che vuoi da me - Cap. 2


    Data: 02/03/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Numero Primo

    ... Che fai, ti copri davanti a me? Pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato nel mio aspetto. Abbassai le mani lungo i fianchi. - Scusami, mi sembravi contrariato. - Ma basta un mese per dimenticarti tutto quello che ti ho detto? Che ti prende? - Niente, te l’ho detto. - Non ti ho mai vista così in forma. L’abbronzatura ti dona, e sei anche più tonica. Pensavo a quello. - Davvero? Gli occhi mi si inumidirono, e lui se ne accorse. Fece due passi verso di me e mi abbracciò fin quasi a stritolarmi. - Che succede ora? Se non te la senti stasera puoi rivestirti e facciamo qualche foto al rudere… - No – tirai dentro le lacrime che premevano per uscire. Ero commossa dal suo complimento,furiosa per non averne ricevuto uno in tutto il mese in vacanza. Perché, mi chiedevo? - è il primo complimento da un mese, e mi fa piacere, come ad ogni donna. Solo che non me li fa chi dovrebbe. - Io non sono esentato perché ti domino. Anzi… - E quell’altro che vive con me non dovrebbe anche lui? No, tanto ci sono sempre. E Fabio pure, me l’ha velatamente chiesta anche in vacanza, ma qualcosa di carino mai - Adesso non mi sembra che tu sia con loro… - E chissà perché? - ora dovevo cercare di calmarmi. Marco non era di quell’avviso. - Ok, rabbia, paura e frustrazione. Tirale fuori per me. Mi fece dare le spalle all’albero e mi sollevò le braccia, legandole alla corda. - Mettile nelle foto. Ascoltami e fai come ti dico - Va bene. - e di nuovo ero creta da plasmare, nelle mani di chi mi leggeva come un libro ...
    ... Mi cinse i fianchi con uno straccio, e iniziò a scattare, facendomi spostare per quello che potevo, e dicendomi a cosa pensare per assumere l’espressione che voleva. Avevo staccato il cervello, e cercavo di esprimere rabbia, tristezza, paura, ma anche felicità attraverso il corpo e con il viso. Mi tolse e rimise lo straccio ad ogni cambio di posa, mi legò in vari modi fuori dalla casa e dentro, scavando dentro di me. Ormai era buio, e stava usando il flash ed il faro della moto per illuminarmi. - Ora sei un’amazzone guerriera. Ti hanno sconfitta e ridotta in schiavitù. - Bella prospettiva… - ridacchiai di rimando, ma lui mi zittì per non farmi perdere la concentrazione. - Probabilmente diventerai il premio di qualche guerriero, o finirai sacrificata agli dei. Ma se anche sei stata battuta, non sarai mai sconfitta o piegata. Riesci ad essere quella donna? Pensai a come potesse sentirsi la donna che aveva disegnato. Tesi ogni muscolo cercando di farlo risaltare sotto la pelle, e mi innalzai sulla punta delle dita mentre mi spingevo verso di lui per quanto mi permettevano le corde che mi tenevano i polsi. Pensai che se fossero stati i miei ultimi momenti, non li avrei passati chiedendo pietà, non avrei dato quella soddisfazione a chi mi stava distruggendo. Marco scattava, e io mi immedesimavo nel personaggio. Contrassi la bocca e digrignai i denti serrando la mandibola, gli occhi divennero due fessure e strattonai oltre misura le corde, facendomi anche un po’ male ai polsi, come ...
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