Quello che vuoi da me - Cap. 2
Data: 02/03/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Numero Primo
... in un tentativo di raggiungere chi mi stava davanti per togliergli gli occhi. Poi restai immobile, gli occhi seminascosti dai capelli, la bocca aperta a cercare fiato ed il petto che si gonfiava ritmicamente. Il fuoco fra le cosce. Al minimo contatto sarei esplosa. Ero Marco tolse la macchina fotografica dalla faccia e la posò a terra, ancora una volta in silenzio per qualche secondo interminabile. Ci guardiamo, e lentamente ripresi possesso del mio corpo e delle sensazioni. Una leggera brezza mi copriva di brividi la pelle sudata, e sentivo i capezzoli inturgiditi puntare in avanti. Le braccia mi dolevano, i polsi bruciavano per le corde. E l’unica cosa che riuscii a dirgli in quel momento fu - Ti prego, fai qualcosa… Volevo quell’orgasmo. Dovevo scaricare la tensione, la paura, la frustrazione. La stanchezza che sentivo, perché era stata una serata comunque faticosa in un ruolo sempre nuovo. Mi ero fatta prendere per mano e lasciata portare dove aveva voluto, ma sentivo di meritarlo. Non volevo tornare a casa con la voglia, e dover fare qualcosa che sarebbe stato soddisfacente a metà con Luca, o finirmi da sola. Marco capì senza altre parole. Marco capiva sempre. Perché non era lui il mio uomo? Passandomi dietro Marco si appoggiò contro di me. Era eccitato anche lui, e finalmente ebbi la conferma che di problemi non ne aveva. Le sue mani mi toccarono i polsi, e scesero con una carezza lungo le braccia, sulle ascelle divennero piume e per il solletico quasi scoppiai a ...
... ridere, ma le dita proseguirono delicatamente sulla curva dei miei seni. Una si fermò, solleticandomi il capezzolo, mentre l’altra scivolava sull’ombelico. Sbrigati, cazzo...pensai senza aprire bocca se non per ansimare mentre l’esplorazione proseguiva. Arrivò al pube, e con due dita mi scostò le labbra per scoprirmi il clitoride. Gli ci volle pochissimo ptrima che mi contraessi su me stessa e contro di lui per essere avvolta in quell’abbraccio.. Continuò a stimolarmi finché non gli chiesi di fermarsi, rendendomi conto che ero al tempo stessa appesa per i polsi fino a farmi ancora più male e anche in punta di piedi. Tolse la mano dall’inguine emi cinse con il braccio il ventre, mentre l’altra mano dopo avermi torto dolorosamente il capezzolo si fece strada verso la spalla opposta . - Sei stata fenomenale stasera. Vedrai che foto… - Lo spero davvero...ma adesso potresti tirarmi giù? Vorrei dormire, e potrei farlo qui… Mi liberò e mi aiutò a vestirmi. - Dovresti fare una doccia. Non si suda così tanto a fare foto. - Già...se andassimo a mangiare qualcosa? Magari Luca va a dormire e la faccio a casa. Ci fermammo in una birreria per un panino e una birra. Volevo parlare, ma la domanda che mi girava in testa era una sola. - Marco, pensi che dovrei mollare Luca? - A questa domanda puoi rispondere solo tu…Io posso dirti che fra un paio di settimane tu farai qualcosa per me, e ti spiegherò come. Al solito, mi interessava di più parlare di quello. - Quando avrò a disposizione la casa? - ...