1. L'amico nero di mio figlio p.4


    Data: 03/03/2019, Categorie: Tradimenti Autore: maialazzo

    ... mi piaceva da impazzire avere la bocca piena, e ancora di più quando mi forzava a prenderlo fino in gola, fino a quando il mio naso non toccava i suoi peli pubici, incrostati dalla sua sborra secca e dai miei umori, con un profumo che mi faceva girare la testa. Quando il nonno aumentò i colpi e mi sborrò in profondità nel culo, Jerome aumentò il ritmo della mia testa sulla sua clava fino a godere anche lui. Come ormai avevo capito che gli piaceva, un po' mi sborrò in bocca, ma poi lo tirò fuori per sborrarmi in viso, per sporcarmi, per segnarmi, per umiliarmi.
    
    Quando ci fummo calmati, pensai di dare un colpo a casa per dire che stavo arrivando e, prendendo il cellulare in mano mi resi conto che erano le dieci di sera! Avevo passato quasi otto ore a farmi scopare dall'amico di mio figlio, e poi a farmi inculare da suo nonno! Mi affrettai in bagno per lavarmi, ma Jerome mi fermò porgendomi il solo vestito, senza intimo, e mi disse: "Eh no, troia, adesso te ne troni a casa tutta usata come la troia che sei" e non mi diede altra scelta che rivestirmi così com''ero, prima di buttarmi fuori di casa.
    
    Mentre ero in macchina, l'odore di sesso che emanava dal mio corpo saturava l'abitacolo, e in bocca avevo ancora il sapore dell'ultima goduta di Jerome. Mi accesi una sigaretta, ed il gusto che ...
    ... mi diede fu superiore a quelle che ti fumi dopo il caffè: la migliore sigaretta della mia vita! Speravo anche che l'odore di fumo mitigasse quello del sesso.
    
    Appena rientrai in casa mi affacciai in sala per salutare mio marito dalla soglia, prima di buttarmi sotto la doccia, e, scusandomi per il ritardo, chiesi se era tutto a posto. Mio marito mi rispose: "Sì cara, tutto bene. Riccardino mi aveva detto che avresti fatto tardi stasera, abbiamo ordinato due pizze". Il bastardello sapeva tutto! dovevo immaginarlo.
    
    Sotto la doccia, dopo essermi tolta tutti i segni del peccato, mi analizzai la figa e il culo, per capire se erano a posto. Prima di tutto mi resi conto che il prurito che sentivo se ne era finalmente andato: per la prima volta dopo molti giorni non sentii il bisogno di sgrilletarmi. Poi mi resi conto che Jerome aveva ragione: i miei buchi non erano mai stati così aperti, non avrei probabilmente più sentito il cazzeto Giuseppe dentro di me, ormai ai miei canali del piacere servivano cazzi grossi. La cosa era anche logica: dopo che quel palo di carne enorme era entrato e uscito di me almeno un milione di volte in quel pomeriggio, i segni del peccato sarebbero stati permanenti, dovevo accettarlo; il mio corpo si era adattato al cambiamento, ora toccava a me.
    
    Continua....
    
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