1. Ho dato il culo ad uno sconosciuto...


    Data: 04/03/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: RedTales, Fonte: Annunci69

    ... rientrare in paese per la notte. Ci saremmo ritrovati domani.
    
    Continuammo a parlare della disavventura, per fortuna finita bene, per quasi tutta la strada.
    
    Arrivati al bivacco, lo trovammo vuoto. Non c'erano altri escursionisti e nessun alto arrivò. Accendemmo il fuoco con la legna che era li e preparammo quanto avevamo per la cena. Continuammo a raccontarci reciprocamente le nostre esperienze. Lui si chiamava Giorgio e si dimostrava molto interessato nell'ascoltare ciò che dicevo. Scesa la notte ci sedemmo all'aperto per osservare lo spettacolo del cielo. Era stupendo. Dopo un po' che eravamo fuori il freddo cominciava a farsi sentire, così, rientrati, ci sedemmo vicino al fuoco che avevamo acceso prima. Nella piccola baita di legno il tepore era fin troppo forte. Giorgio disse che era meglio lasciar spegnere il fuoco se non volevamo... morire di caldo. Poco dopo sistemò il suo sacco a pelo e, cominciando dagli scarponi, lentamente, si spogliò davanti a me. Avrei voluto guardare da un'altra parte, ma non riuscii a distogliere lo sguardo. Continuai a fissarlo fin quando rimase solo in mutande e si sedette sopra il sacco a pelo. La luce della lampada era poca ma mi bastava per osservare il suo fisico atletico. Nessuno dei due disse una parola per un po'. Non ero preparato per una situazione del genere.
    
    Dopo qualche interminabile minuto lui mi disse che forse era ora di mettersi a dormire. Annuii. Srotolai il mio sacco un po' più in la ma Giorgio mi fece notare che, ...
    ... durante la notte, la temperatura sarebbe scesa, a fuoco spento e che mi conveniva mettermi vicino a lui, nella zona più calda. Spostai il mio sacco vicino al suo tavolaccio. Mi tolsi gli scarponi, pensando di infilarmi così dentro il mio sacco a pelo ma lui mi precedette chiedendomi se non mi spogliavo. Non seppi dire di no, così mi sfilai i calzettoni, poi i pantaloni, la camicia. Restai in mutande e t-shirt. Mi sedetti pure io sul sacco e, girandomi verso di lui e incrociando il suo sguardo mi sentii spinto a sfilarmi anche la maglietta. Non faceva freddo, anzi, mi sembrava di aver fin troppo caldo. Il silenzio tornò a farsi pesante. Lo ruppe di nuovo lui chiedendomi se era la prima volta che dormivo con uno sconosciuto. Cercai di fare il grande dicendo che non era la prima volta, anche se ci aveva azzeccato. Poi mi disse che avevo un bel fisico, asciutto, tonico. Aggiunse che il sudore che mi scendeva sulla schiena mi faceva assomigliare ad uno di quei lottatori delle antiche olimpiadi greche.
    
    Quasi contemporaneamente mi appoggiò una mano sulla coscia e, lentamente, la fece salire sulla pancia, quindi sul fianco e poi sulla schiena. Voleva saggiare la mia reazione. Reazione che non ci fu. Non dissi niente, Non mi spostai. Lo lasciai fare.
    
    Incoraggiato dalla mia inerzia si sedette dietro di me e mi abbracciò. La sua pelle calda era stretta contro la mia. Percepivo il suo petto contro la mia schiena Sentii la sua bocca sul collo e poi la lingua che scorreva da una spalla ...
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