Into the White
Data: 04/03/2019,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Lesbo
Dominazione / BDSM
Autore: Rebis
... quel che faceva. Un lavoro ingrato. Un mestiere che nessuno, mai, avrebbe voluto fare, neppure per caso.Il ripulitore.Uscì dal letto sentendo l�aria fredda di gennaio assalirgli la pelle esposta, solo leggermente mitigata dai riscaldamenti. Non che gli importasse. Andava bene così.Iniziò a fare esercizi appena sveglio. Non aveva granché di muscoli. La natura gli aveva negato l�aspetto predatorio e feroce per gratificarlo con qualcosa di diverso, di infinitamente migliore, secondo lui. Il suo corpo era quello che era. Da tempo aveva smesso di cercare di cambiarlo.Ma la sua volontà, quella era forte, adamantina, inflessibile.Quando il corpo fallisce, la volontà deve subentrare e non tutti ne hanno quanta ne serve in quei casi. Nemmeno i così detti maschi alpha.Lui, paradossalmente, aveva la volontà ma non il fisico. Non che servisse.Gli esercizi che faceva non erano solo ed esclusivamente fisici, c�era anche una componente mentale. Al ritmo dell�OM che aveva selezionato come brano, cantato per un ora a cadenza regolare nele sue due versioni, l�uomo continuò i suoi esercizi.Terminati, si concesse la colazione. Succo di frutta multivitaminico e un integratore proteico. Colazione salutista per una vita non esattamente all�insegna della salute.Che poi a lui non importava come potese apparire. Aveva iniziato ad abbandonare il futuro per muoversi verso il presente. Per rinascere bisogna morire.E lui era morto. Tempo prima. Una vita per una vita, no?O almeno la parvenza di ...
... quest�ultima. Terminata la colazione gettò tutto in lavastoviglie e fece paritre. Tornò in camera.L�OM risuonava ancora, prima espressione dell�universo, sillaba primigena che ha originato il tutto dal niente. Lo ascoltò, cercando di assaporare il momento.Si perse nell�attimo.E rimerse un indeterminato tempo dopo. Nulla era cambiato.Forse l�essere ancora lì era una punizione divina. Forse era una grazia.Non lo sapeva. Non gli interessava. Sì vestì con rapidità. Infine prese quel che doveva prendere: chiavi, cellulare e un ultima cosa.Il ventre molle della città. Oltre la luce dei grattacieli e dei cieli.Laggiù buoni o cattivi, si era sottoposti a una scelta. Alla madre di tutte le scelte.Inevitabilmente laggiù un uomo o una donna scopriva chi realmente fosse. Cosa fosse.Laggiù lui c�era stato. Una vita prima, ogni volta che ci tornava, uno strano brivido, che non si era mai dato la pena di indetificare tornava a colpirlo.Ma lui lo ignorava. Non ci badava, farlo avrebbe significato distrarsi e lui non se lo poteva permettere. Non più. Sicuramente non in quel momento. Aveva qualcosa di troppo importante da fare.Camminò con calma, consapevole di ogni passo sul terreno.Attorno a lui, graffiti, bottiglie di birra fuori dai cestini, macchine in male arnese. Gente che sembra uscita da qualche ghetto stereotipato. Pantaloni stracciati e vestiti da poco, facce da gente che ha visto l�inferno, come lui.Ma anche facce tormentate� Appesantite, abbruttite dal peso di un passato che non se ne va mai. ...