L'estro amoroso - Cap 3: Helga
Data: 07/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Roca
... contro il ventre della donna, contro il mio ventre irrorando entrambi di un liquido caldo, copioso. Avrei voluto sprofondare ma con mia sorpresa la donna mi strinse fortemente sussurrando al mio orecchio: - Non importa caro. . . non importa. . . Mi tenne stretto, ondulò massaggiando col ventre la verga imprigionata, continuò finché capì che il mio godimento era terminato; quando si staccò arrossii vedendola imbrattata del mio sperma. - Oh mi dispiace Helga, mi dispiace! Ma la donna non pareva arrabbiata, non cercò neanche di detergersi e rivolgendomi un sorriso divertito disse: - Vieni, andiamo a ripulirci! Attraversammo la stanza uscendo nel corridoio semibuio percorrendolo quasi per intero. Guardando la bellezza che mi camminava davanti mi maledissi di averla insozzata con la mia incontinenza. Si fermò davanti ad una porta indicandomi quella accanto che portava il logo del bagno maschile. Una volta dentro mi lavai con cura il pene, il ventre, mi asciugai con la tovaglia pulita che avevo preso dal suo sostegno, aspettai di udire la porta del bagno femminile aprirsi e richiudersi per uscire. Helga mi stava aspettando con in mano le calze che si era tolto ma conservando ancora le scarpe ai piedi. Facemmo a ritroso il cammino percorso senza parlare; completamente nuda la sua figura spiccava nell'ombra come se emanasse una luce propria, ora sì che sembrava veramente irraggiungibile! Nella sala, il sole cominciava a spuntare sulla parte superiore della vetrata emettendo una ...
... luce abbagliante, in quella luce Helga avanzò, il corpo nudo attorniato da raggi luminosi sembrava un'apparizione, si fermò contro la vetrata come se non potesse fare a meno di guardare l'immensità del mare. Mi fermai accanto, una nave solcava le acque all'orizzonte, più vicino dei surfisti facevano le loro evoluzioni, troppo occupati per alzare gli occhi. Parlò col suo accento duro che in lei aveva un fascino particolare. - Bello vero? Al mio paese abbiamo una vera adorazione per il mare, appena il sole lo permetteva, con i miei amici, tutti studenti, ci stipavamo nelle macchine per andare in spiaggia, lì ci spogliavamo e nudi aspettavamo il tramonto assaporando il tepore dei raggi sulla nostra pelle. Mi sembrava di vederla quella gioventù nordica nella contemplazione pagana della natura, nudi in una promiscuità che immaginavo propizia all'amplesso. Helga intuendo i miei pensieri sorrise: - Eravamo un gruppo affiatato, una decina di ragazzi e ragazze uniti da un'amicizia che solo in quelle occasioni si trasformava in un desiderio talmente intenso che quando il sole giungeva all'orizzonte e la brezza si faceva fresca, noi ragazze lasciandoci riscaldare dal tepore degli ultimi raggi consentivamo ai nostri compagni delle libertà che accettavamo senza lasciarci distogliere dalla nostra contemplazione. - Doveva essere bello! Osservai, lei volse il capo. - Lo era! Non tutti vi partecipavano, qualcuno rimaneva a guardare l'omaggio che i loro amici ci rendevano in ginocchio come se ...