1. L'estro amoroso - Cap 3: Helga


    Data: 07/03/2019, Categorie: Etero Autore: Roca

    ... fossimo delle divinità. Noi, in piedi, le gambe divaricate, i seni al vento, lo accettavamo estasiate per le mani, le bocche che percorrevano i nostri ventri, le nostre cosce, i nostri glutei. A volte succedeva quello che é capitato a te ma nessuno ci faceva caso, noi ragazze lo vedevano come un tributo che il desiderio dei nostri compagni rendeva alla nostra bellezza. - Per me é la prima volta e . . . mi vergogno! - Non devi, sono rimasta lusingata che il tuo desiderio sia giunto a tanto. Succede anche alle donne. . . a me é successo guardando te e Solange. . . Le parole della bionda mi rincuorarono non poco, proseguì: - Non trattenere la tua voglia, sulla spiaggia nessuno la tratteneva! Quando il sole stava per scomparire, ci allungavamo sui cofani ancora caldi delle macchine e ci lasciavano amare gridando al cielo la nostra gioia. Sovente accettavamo più di un compagno, a volte due contemporaneamente e non ci vergognavamo te l'assicuro! Tacque ma continuò a guardarmi coi suoi occhi magnetici, fu il suo sguardo a far nuovamente salire l'erezione, la donna se ne avvide e sorrise compiaciuta: - Sai, mi piace guardare fuori, la vista del mare, del cielo mi fa venire in mente quando ero fanciulla, tu. . . mi ricordi uno dei giovani della spiaggia. Mentre diceva quelle parole gli occhi di Helga si velarono di nostalgia, il tono della sua voce era incoraggiante, vedendo che mi stavo spostando riportò lo sguardo sull'orizzonte lontano. Più che vedermi, mi sentì dietro di se, ...
    ... percepì il tremore delle mie mani sui suoi fianchi. . . Il contatto della pelle calda, la passività della donna mi fecero osare. Mossi le mani, le spostai. . . le mossi sul suo sedere acquistando a poco a poco sicurezza, poi lentamente mi abbassai; la sentii fremere al calore del mio alito su una delle sue natiche. Non avrei mai pensato che un giorno avrei baciato il sedere di una donna eppure era quello che stavo facendo! La pelle sotto le mie labbra era liscia, vellutata, le feci scivolare percorrendo la rotondità del gluteo, muovendo di qua e di la il viso per sentire contro le guance il calore morbido e quando la bocca raggiunse il solco le sue gambe lentamente si aprirono. In preda ad una sorta di ebbrezza percorsi come febbricitante l'altra natica e quando raggiunsi nuovamente l'unione dei glutei li trovai dischiusi di quel tanto da permettermi di scendere con la lingua nella loro valle, di percorrerla senza riuscire a toccarne il fondo. Una sorta di esaltazione si era impossessata di me, abbracciai le sue cosce, stupende colonne di carne, levigate, lisce, le percorsi risalendole ancora fino alla groppa senza che la donna mostrasse reazione alcuna. Le mie mani ripresero a tremare quando separai le natiche. Immersi il viso nei globi carnosi, questa volta la mia lingua ne toccò il fondo e nel percorrerlo ebbi la percezione dei peletti fini e radi nella vicinanza dell'ano, sentii le increspature della sua rosellina. . . - Ohh Helga. . . Sospirai in estasi. Scostai il viso per ...
«12...678...27»