L'orfanella
Data: 08/03/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: Tara
... non puoi? Hai un uomo …? ”, mi chiese poi, sollevando le spalle come a significare che a lui non importava se avesse dovuto condividermi con un altro. “ Sono due i miei amanti …! ”, bluffai, con il chiaro intento di farlo ingelosire. “ E tremendamente possessivi …! ”, continuai, ormai immersa fino al collo nella menzogna. “ Caspita! Sei una lupa. Una mangia uomini. Una femmina vera, se hai bisogno di due uomini contemporaneamente nel tuo letto ”, si stupì. “ E’ così, le mie esigenze sessuali, sono superiori a quelle delle donne comuni. Ho bisogno di stimoli doppi, di particolari eccitazioni, sentirmi invasa da più sessi, altrimenti, non raggiungo l’orgasmo ”, raccontai, senza guardarlo. Le mie affermazioni ebbero l’effetto d’indurire maggiormente la proboscide che appoggiava fra le mie natiche, la quale, se fosse stata libera dalla stretta dei pantaloni, sicuramente mi avrebbe trapanata con tutte e quante le vestiti che avevo addosso. Era la prima volta che subivo il contatto carnale di un uomo, e benché fosse distanziato da uno strato di stoffa, avvertii comunque il calore di quel virgulto, scappellato interamente dalla mia fantasia. Riuscii a distanziarmi con fatica da quella calamita che mi aveva causato piacevolezze a livello epidermico davvero importanti, quando, con la scusa che sarebbe stato pericoloso per me raggiungere casa da sola, a quell’ora di notte, mi aveva accompagnata fin sotto il portone. “ Allora …, mi fai salire? ”, mi chiese infine, speranzoso in un ...
... mio ripensamento. “ Ora no. Prima devo informare i miei amanti …! ”, mi negai, decisa, soprattutto perché la mia verginità mi avrebbe subito smascherata, e con essa, sarebbero venute a galla le varie bugie che avevo raccontato. “ E se i tuoi amanti accettassero di lasciarti trasgredire con me, tu lo faresti? ”, mi domandò, curioso. “ Ovviamente si. Non mi sono mai fatta possedere da un uomo così alto di statura e con una montagna fra le gambe … ”, gli risposi, pentendomi subito dopo per aver lodato soltanto le sue doti fisiche, mentre, invece, era il suo fascino ad avere essenzialmente agito su di me. L’avevo lasciato senza parole, così, mi baciò su una guancia e, dopo avermi augurato la buona notte, se n’era andato mestamente. Quella notte non chiusi occhio. Ogni mio pensiero era rivolto ad Akim e ad escogitare la risoluzione che mi avrebbe permesso di tuffarmi fra le sue braccia. Dovevo imparare celermente ad essere una donnaccia, ed il solo modo che mi avrebbe permesso questo, era di andare a scuola d’arte amatoria, da qualcuno esperto, abile ad insegnarmi come soddisfare un uomo con ogni centimetro del corpo. In mio soccorso venne la mia vicina di pianerottolo, una ragazza della mia stessa età, Liliana, con cui avevo fatto amicizia, ed alla quale, poi avevo raccontato tutto. “ Per raggiungere il tuo scopo, non puoi certo affidarti a degli sconosciuti, Roberta. Sarebbe troppo pericoloso. Devi rivolgerti a degli uomini capaci e allo stesso tempo, seri, che si dedichino a ...