Come fratello e sorella
Data: 11/10/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti
Quando mia madre e mia sorella volevano rimproverarmi per qualcosa, l'immancabile frase finale era: vedi com'è brava Emma. Quando tornavo a casa con dei brutti voti, il commento inevitabile era: guarda che bei voti ha Emma. E quando rispondevo male o facevo lo scostumato, la solita pietra di paragone era lei, Emma. Così brava, così perfetta, così educata. Abitavamo da sempre sullo stesso pianerottolo. Lei aveva un anno più di me e tutti la coccolavano, mia madre e mia sorella stravedevano per lei e ad ogni rimprovero nei miei confronti, seguiva un suo elogio. Da bambini si giocava insieme, per le scale. Se si faceva chiasso, i rimbrotti cadevano quasi sempre su di me. Ci toccavamo e ci mostravamo l'ombelico, poi un giorno lei volle vedere qualcosa di più e venimmo sorpresi nel momento in cui io mi scoprivo il pube. Dissero che ero un porcello e dovevo vergognarmi a scandalizzare quell'angelo di Emma. Il fatto è che se mi spogliavo da solo ero un maialino, ma intanto non si facevano scrupolo di umiliarmi in sua presenza. Mia sorella un giorno mi fece il bagno davanti a lei che rideva e mia madre una volta, mi scoprì tutto e mi sculacciò sempre davanti a lei, per punirmi dell'ennesimo guaio che avevo combinato. "Sono cresciuti come fratello e sorella", diceva sua madre, di cui ricordo le turgide tette mentre allattava il vero fratellino della figlia. Per crescere, crescevamo: lei sempre ricoperta di lodi, io sempre ricoperto di rimproveri. Vennero i tempi delle scuole ...
... medie. Io arrancavo, lei conseguì la licenza con il massimo dei voti. Andammo alle superiori, io un anno dopo di lei, e la musica restò la stessa. Subii l'ennesima umiliazione: mi dava le ripetizioni. Con pazienza mi spiegava le tante cose che non capivo e mia madre ripeteva che se non venivo bocciato, ogni anno, era solo merito di quella perla di ragazza. Era davvero diventata una perla. Alta, snella ma non esile, con tutte le cose al posto giusto, i bei capelli biondo-castani spesso raccolti a coda di cavallo, vestita semplice, con jeans e maglioni, faceva girare la testa a molti. Lei era amica di tutti ma non dava corda a nessuno e se qualcuno si spingeva troppo in là, lo bloccava immediatamente. "Che ragazza seria!", commentavano mia madre e le altre comari del palazzo, e i suoi genitori erano fieri del tesoro che si ritrovavano in casa. Io, che ero molto meno serio di lei, mi chiudevo in bagno e mi masturbavo pensando a lei. Già, perché quell'essere che avrei dovuto odiare, visto che da una vita mi rompevano le palle mettendomelo davanti come esempio, mi piaceva da morire. Il mio carattere selvatico e scontroso si scioglieva come burro quando mi sorrideva o mi chiamava per strada per fare il cammino insieme verso la scuola o al ritorno. Mi eccitavo ricordando i giochetti infantili e le volte che mi aveva visto nudo ma erano frammenti di piacere che mi lasciavano più insoddisfatto di prima. Vedevo le sue mutandine e i suoi reggiseni stesi ad asciugare sul loro balcone e ...