Come fratello e sorella
Data: 11/10/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti
... era rivelata nel modo più semplice: non potevo essere che io, viste le tante ore trascorse insieme, anche da soli, quando lei mi faceva lezione. Ed Emma, di fronte all'equivoco preferì non reagire, finendo con il confermarlo con il suo silenzio. A quel punto stetti zitto anch'io, un pò perché sorpreso dagli eventi non riuscivo a reagire, un pò perché ero convinto che Emma avrebbe detto la verità, liberandomi del sospetto. Mia madre, a sua volta, interpretò male il mio mutismo e mi beccai anche i suoi schiaffoni. A quel punto le due signore litigarono fra di loro. Mia madre notò che Emma era più grande di me e l'iniziativa non poteva che essere partita da lei, affermazione che provocò una valanga di controaccuse. La sera ci fu riunione tra i quattro genitori. Le voci, una volta così amiche, si sovrapponevano ostili. Tutto poteva cessare, almeno per me, se Emma si fosse decisa a parlare, ma con mio disappunto si era chiusa in camera sua e non rispondeva ai suoi. "Se fa una sciocchezza, lo ammazzo", disse la madre, riferendosi a me. Quella notta non dormii. Andai a scuola come uno zombi, non capivo nulla di ciò che mi dicevano, fui interrogato non so in cosa e mi presi un impreparato. Mi sembrava che tutti sapessero e ridessero di me. Ma che cosa sarebbe stato davvero umiliante? Che pensassero che davvero avevo fatto le cose con Emma o che sghignazzassero perché stavo per diventare padre pur essendo vergine? In realtà nessuno seppe nulla perché il segreto fu ben custodito. La ...
... malattia di Emma durò due settimane; una mattina uscì con la madre e tornò la sera. Così brava, così perfetta, così pulitina, con il ventre di nuovo libero da visitatori, tornò a essere per gli estranei la ragazza di sempre. Non per i miei: mia madre aveva smesso di elogiarla e riempiva di insulti tutta la sua famiglia. Avevano fatto una cosa orribile, diceva, e gravava tutta sulla loro coscienza, noi non c'entravamo proprio, così diceva a mia sorella, già sposata e incinta per la terza volta. La grande amicizia era finita, per sempre. Dentro di me montava la rabbia, una rabbia sorda e ossessiva. Vedevo a scuola quel play boy di De Angelis, idolo delle colleghe, delle alunne e delle mamme, così narciso e vanesio che una donna intelligente lo avrebbe trovato insopportabile. Durante una pausa delle lezioni, non visto, ruppi un fanale della sua auto e gli sgonfiai due ruote. Fu una magra soddisfazione. Emma ritornò a scuola, riservata come sempre, un pò dimagrita e fresca d'aborto. Mi ignorava e fingeva che non esistessi e questa fu la cosa che mi fece maggior male; se almeno mi avesse chiesto scusa per avermi coinvolto, se avesse confessato di aver dovuto scegliere il male minore... Ripensai a quando da piccoli eravamo stati sorpresi dopo che mi aveva chiesto di abbassarmi i pantaloncini e aveva lasciato che venissi trattato io da maiale. Venne la primavera. Stavo male, ero inquieto e insoddisfatto, il mio rendimento scolastico colava a picco e tutto per colpa di quella ipocrita ...