1. Il proprio posto nel mondo


    Data: 09/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: dare_devil

    ... sbarbatello, ma teppista al punto giusto da diventare comunque attraente), in vacanza a casa degli zii di Riccardo, in Liguria. Dai suoi racconti gli zii dovevano essere tipi molto fricchettoni e anticonformisti: mi immaginavo un’estate di canne al chiaro di luna, di libertà, di cose proibite…chissà. E invece. E invece stavo andando al parcheggio del campeggio, a recuperare le sigarette di mio padre nella nostra utilitaria, nell’atmosfera soporifera del primo pomeriggio di una domenica di agosto.
    
    Proprio mentre stavo per inserire la chiave nella serratura della macchina, un rumore alla mia destra attira la mia attenzione. Mi giro e vedo, qualche metro più in là, il guardiano del parcheggio, intento a pisciare a ridosso di una siepe. L’avevo intravisto al nostro arrivo, ma solo ora stavo davvero percependo la sua esistenza e consistenza, in quanto maschio adulto sessualmente attivo. Si trattava di un marocchino, pensai fra me e me (che negli Anni Novanta era una categoria nazionale che superficialmente e ignorantemente usavo spesso per descrivere indistintamente tutti gli abitanti dei paesi dal Marocco vero e proprio fino all’Egitto, comprese Algeria, Tunisia e Libia, il Nordafrica insomma....), doveva avere non più di quarant’anni ma non meno di trentacinque. Dalle labbra gli pendeva una sigaretta, anzi, a guardare e sentire meglio, una canna. Carnagione olivastra, barba scura e folta con qualche pelo bianco qua e là, labbra importanti e ben delineate, occhi scurissimi, ...
    ... sopracciglia folte e capelli neri e crespi, crespi come i peli che sbucavano dalla maglietta a righe di una taglia più piccola rispetto al suo busto robusto e ben piazzato, tenuto in piedi da un paio di gambe altrettanto solide e pelose, coperte fino al ginocchio da pantaloncini jeans tagliati rozzamente e sfilacciati, piedi grossi infilati in degli infradito mal ridotti. La visione d’insieme aveva impegnato la mia mente per qualche secondo, tanto da ritardare la registrazione del particolare più maestoso: con le grosse mani scure e rovinate da chissà quanti mestieri occasionali, il marocchino sorreggeva un uccello scuro, lungo e gonfio, indirizzando il getto copioso verso il centro del cespuglio, per poi deviarlo, lentamente, nella mia direzione. A quel punto, il mio sguardo si è spostato dall’altezza inguine agli occhi del guardiano. Non ho mai visto nessuno pisciare così a lungo e così abbondantemente. Per goliardia, per disprezzo o per tutti e due, alzò il tiro e la traiettoria dell’evacuazione, verso di me.
    
    Poi, siccome non siamo in un film porno, il getto si è concluso, ma facendo appena in tempo a bagnarmi la punta di entrambi i piedi, che ho osservato per qualche istante con un misto di sconcerto ed eccitazione. E poi ho rialzato lo sguardo prima verso l’uccello, che era diventato ancora più grosso e minaccioso, e poi verso gli occhi del marocchino, che aveva un’espressione indecifrabile: non sorrideva, non parlava, non si muoveva. Cosa stava accadendo ? Io ero ...