Fiore di Bach -Cap. X- La presa di coscienza.
Data: 10/03/2019,
Categorie:
pulp,
Autore: Flame
... d'acqua- la sua voce è piena di preoccupazione e dolcezza. Mi porge il bicchiere reggendolo, mi bagno le labbra. Yuri è a conoscenza di tutto, ora dobbiamo solo agire di conseguenza. Sarò l'esca, avrò un microfono addosso e dovrò trovare qualche modo per farli parlare, ma soprattutto per far parlare Regina, difficile a dirsi figuriamoci a farsi. Ma solo l'unica a poterlo fare, l'unica che può incastrarla. Sarà dura. Quando avverrà tutto ciò? Il giorno del suo compleanno, farà una festa e sono stata contattata da Katia, ci sarà molta gente, molti personaggi illustri amici del marito defunto e suoi. “ Andremo nella villa” mi ha detto la serpe con la doppia faccia. “Mettiti qualcosa di carino, saremo tutti vestiti perbene, non vorrai sfigurare… ah poi… Regina ti vuole bella per gli ospiti” aggiunse infine; non provo nessun rammarico per lei. La festa di compleanno Oggi è il giorno. Sono davanti allo specchio, e il riflesso che mi giunge è diverso, i miei occhi sono tristi contornati da del nero, il viso scavato. Non mi rivedo in quella superfice lustra. Non sono io. Mi preparo meticolosamente, sarò perfetta per Regina, come vuole lei, ma in più uso il microfono, nascosto sotto una bralette nera lavorata con vari intarsi di pizzo, solo i capezzoli sono in trasparenza, metto una gonna stretta che arriva sul ginocchio, e le sue scarpe rosse. I capelli ricadono lisci sulle spalle, il rossetto rosso disegna le labbra. Quando esco dalla stanza tutti mi guardano, ma nessuno sa la ...
... verità, a parte Yuri e Babette che mi vengono incontro. Yuri ha paura per me, glielo leggo negli occhi, paura celata momentaneamente dal desiderio di un abbraccio. Babette mi sorprende, comprensiva dice di seguire i piani e di non farmi prendere dal panico, lei sarà con me, ascolterà e registrerà ogni cosa. Coperta da un cappotto pesante scuro, mi mimetizzo tra le vie degradanti del mio quartiere, dove barboni e prostitute la fanno da padrone. Aspetto lì, al maledetto posto dove l'ho conosciuta. Aspetto di veder sbucare la Limousine nera. Non sono sola, ma con me ci sono due puttane, vestite di pochi stracci con finte pellicce appariscenti, mi guardano dalla testa ai piedi. Io ho altro a cui pensare, la mia testa è come febbricitante. Non so quanto attendo, il tempo sembra fermarsi negli attimi del deja vu. A passo d'uomo la Limousine mi raggiunge, la paura mi attanaglia come un' ombra scura, mi avvolge nelle spire, soffoco. Il finestrino al lato posteriore di abbassa, -Entra Ania, non farti pregare- è Ed a parlare, ha l'aria scocciata di chi ha aspettato allungo, per me sono passati solo pochi minuti. L'odore di pelle dei sedili mi fanno avere altri deja-vu, so che è stato tutto calcolato, devo rimanere ancorata alla mia realtà. Questa volta non verrò sopraffatta. Ed mi spiega qualcosa sulla festa, non ho le idee chiare al riguardo, ma lui è sempre enigmatico, il resto del tempo lo passiamo in un teso silenzio. Un lungo viale alberato, alberi altissimi con la cima piegata a ...