1. ICVM |10| Il Respiro


    Data: 13/03/2019, Categorie: Etero Autore: Leliste

    Il pianerottolo era silenzioso. Francis rimase lì, quasi fosse una statua di cera, sforzandosi di bussare alla porta che aveva di fronte. Sventolava la busta tenuta in mano. Era palpitante e ansioso. Non sapeva cosa sarebbe successo. Sarebbe riuscito ad entrare in punta di piedi, come l'amico John suggeriva? Lui si era sempre definito maldestro. Poco romantico. Non troppo misurato con le parole. Entrare in punta di piedi non si addiceva ad una persona come Francis. Per Francis esisteva solo un modo: Entrare a gamba tesa, facendo baccano. La sua irruenza aveva già reso le cose più difficili, in passato. Fu lui a baciare Hilary, la prima volta, senza preavviso. Fu lui, dopo essersi pentito d'averla fatta scappare, a scriverle quella letterina di scuse. Fu lui a infilarla sotto lo spiraglio della porta, mentre la destinataria era ancora in lacrime dall'altro lato. Quei suoni, poi, erano davvero quelli di un pianto? Se lo ripeteva fin dal giorno in cui accadde il fatto. Erano gemiti confusi, a tratti singhiozzati. Non poteva esserne sicuro, tuttavia sembrava che le espressioni fossero commosse e anche parecchio eccitate. Può un bacio ridurre in lacrime? Beh, rifletté a lungo. Si può piangere di gioia. Si può piangere per un lutto. Si può piangere per la stanchezza. Si può piangere di rabbia. Che sentimento provoca un bacio inaspettato? Che sentimento ha provato Hilary quando, tornata in casa di fretta e furia, si accovacciò appoggiandosi alla porta di ingresso, nel corridoio? ...
    ... Eppure i gemiti erano lampanti. Sovrastavano qualsiasi altro rumore. La porta tremava, questo era riuscito a vederlo persino lui. Non poteva trovare risposta, senza fare le domande giuste alla persona giusta. E quella persona si trovava a pochi metri da lui, dietro quella porta. La persona che avrebbe dovuto ricevere la busta che lui teneva in mano, adesso. Suonò il campanello e fece un profondo respiro. Aveva scelto di lanciarsi. Tremava. Sentiva i muscoli fascicolare. Le sue espressioni del viso mutavano costantemente. Agitava la busta in modo compulsivo. Doveva calmarsi. “Chi è?” Una voce parlò, da dietro la porta. Un sussulto fece bloccare il cuore di Francis. Poi ricominciò a battere, furiosamente. Si schiarì la voce e disse “Ehm....Francis. Sono Francis.” “Non è un buon momento, Francis. Scusami.” rispose Hilary, senza nemmeno aprire. “Non voglio disturbarti. Volevo solo darti una cosa.” disse Francis, impaurito. “Ti prego, torna un altro giorno.” Hilary si allontanò dalla porta. Non voleva pensare. Non voleva ascoltare nessuno. Non voleva guardare Francis in viso. Non quel giorno. Il viso di Francis era l'unica cosa che l'avrebbe rimessa in pace col mondo. Quel mondo che in poche ore le era caduto addosso e con cui era impossibile formare una nuova pace. Non accettava di farsi vedere conciata così. Distrutta, con gli occhi gonfi e un respiro forzato. Già. Il respiro. Hilary teneva il suo inalatore nella tasca. Il periodo primaverile era ancora lontano. Lo aveva quasi del ...
«1234...8»