ICVM |10| Il Respiro
Data: 13/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Leliste
... l'inalatore che era rimasto nell'armadietto dei medicinali. Eric glielo porse. Lei inalò due volte e aspettò che il sollievo arrivasse. Una volta passata la crisi, gli disse di non farsi più vedere. Hilary era rimasta in casa per oltre un giorno, a piangere. Altre crisi seguirono durante la notte, passata insonne. Non poteva. Non voleva vedere il volto di Francis. Non voleva mostrare la sua debolezza. Aveva paura di scottarsi di nuovo. Era ferita, malconcia. Si stava allontanando dall'ingresso quando sentì d'un tratto un rumore familiare. Qualcosa stava strisciando sotto la porta. Si girò. Era un busta, bianca. Un deja-vu? Quella cosa era già successa. Se lo ricordava benissimo. Lei era seduta poggiata alla porta, culo nudo e gambe aperte, mentre si masturbava nel corridoio di casa. La lettera di Francis le aveva sfiorato le natiche, dandole un improvviso senso di paura. Era pazzesco il modo con cui quelle buste scorrevano sotto la porta nei momenti in cui lei si sentiva più indifesa. Che Francis già sapesse? Che fosse a conoscenza del litigio? Data l'intensità delle urla, era probabile di sì. La curiosità fu troppa. Raccolse la busta e la riconobbe subito. Era l'invito del professore. Aprì la lettera, osservò il contenuto e scoppiò a ridere, istericamente. “Lo sento che ridi. Potresti aprirmi, per favore?” Disse Francis, da fuori. Hilary avvertì un senso di calore, di improvvisa serenità. Aprì la porta. “Quando ti toglierai il vizio di passarmi lettere da sotto la porta?” ...
... chiese lei. “La prima volta non so come sia andata, in realtà. Ci ho voluto riprovare.” disse lui. Lo fece accomodare in casa. Andarono in cucina. “Ne hai messe due perché speravi di berne una pure tu?” chiese lei, mentre estraeva le bustine di té dalla lettera. “Beh, era quello che speravo. In onore dei vecchi tempi. Scusami se ho letto il contenuto della lettera ma mi serviva per mettergliele dentro.” rispose Francis. 'Diventa ambasciatore di te stesso', si ripeteva in mente. “Tranquillo. Anzi, grazie.” disse lei, mentre preparava l'acqua. “Come stai?” chiese lui. “Come sto? Eh. Il mio volto parla da solo.” rispose lei. “Ne vuoi parlare?” Hilary ricominciò a piangere mentre metteva in infusione le due bustine. Francis si alzò dalla sedia e la raggiunse per abbracciarla. Pianse a lungo, dentro l'abbraccio protratto di Francis. Era un momento bello e triste allo stesso tempo. Proprio in virtù di questa contrapposizione, si potrebbe dire che il momento fosse ancora più bello. Si staccarono. Sedettero a tavola e bevvero un sorso di té, nero e bollente. Gli odori erano rassicuranti. La presenza di Francis lo era altrettanto. In breve tempo, il pianto si placò. Iniziò a raccontare lui tutta la faccenda. Cosa era successo il giorno prima, cosa si erano detti lei e Eric. Chi fosse Gaia. Quali furono i motivi per cui erano arrivati a tutto questo. “Era invidiosa di me. Ha voluto rovinarmi la vita.” si sfogava Hilary. “Sono stati stronzi, Entrambi.” replicava Francis, cercando di ...