1. Sei solo e vorresti un partner, hai un partner e vorresti la solitudine....


    Data: 20/08/2017, Categorie: Etero Autore: SexCulture, Fonte: Annunci69

    ... con fatica, con sofferenza. Impegnandomi per vincere la naturale resistenza al dolore, dal quale sentivo di dovermi difendere. Ho guardato attraverso il velo di lacrime che offuscava il mio sguardo ogni volta che mi sentivo chiamare con desiderio, con amore. Ho cercato di credere; ho imparato a credere che non tutti gli uomini vogliano giocare. Ho ricominciato a vivere, senza brillare più di luce riflessa.
    
    Ma il tarlo della gelosia colpisce indistintamente e senza pietà.
    
    Colpisce senza farsi accorgere: spinge a distruggere tutto ciò che di buono, di sano e di vero era rimasto da un amore finito. Ed ogni volta che mi trovava sorridente, serena e felice, tornava a chiedermi se mai l’avessi dimenticato. Facilmente distruggeva ogni cosa. Bastava una parola, un gesto, un messaggio a cancellare ogni mio briciolo di serenità. Appena sollevavo lo sguardo verso la luce, lui mi spingeva di nuovo la testa nella sabbia, lasciandomi ad annegare nelle lacrime. Come se avesse bisogno di queste piccole vittorie, di questa sensazione di sentirmi sua, in suo pugno.
    
    Ma ho combattuto. Dapprima ho sopportato, convinta che la sua presenza fosse comunque meglio che la sua assenza, che il silenzio completo. Mi sembrava impossibile pensare di cancellare completamente un amore così grande dalla mia vita. Così ho lasciato che accettasse la mia lenta rinascita. Che comprendesse il mio bisogno di vivere anche senza di lui, esattamente come io avevo capito la sua necessità di avere una donna ...
    ... accanto. Ho accettato di non essere io quella donna, perché la sua felicità aveva per me il sopravvento su ogni altro sentimento. Ho accettato di sentirmi gridare che non mi amava più, che forse non mi aveva mai amato, che ora amava un’altra. Ho pianto disperatamente, ma l’ho capito e l’ho ascoltato, anche allora.
    
    La mia mente imparava lentamente a convivere con il fantasma di un uomo che non avevo più e che forse non era mai esistito e con chi, al contrario, decantava il suo amore pieno, vitale. Come una bambina che cresce piano piano tornavo ad assaporare le gioie semplici: una telefonata inaspettata, una mano calda che stringe la mia, un bacio rubato dal finestrino dell’auto. Tornavo a gustare i momenti sereni, dolci e burrosi di un amore che nasce. Sono tornata a sorridere davvero. Sono tornata quella di sempre.
    
    Fino ad oggi.
    
    Ora che scrivo è come se la sensazione di malessere mi abbandoni piano piano. Le mani tremano ancora e gli occhi bruciano disperatamente. Ma scrivo e mi sento viva.
    
    Oggi ha tentato di uccidermi. Istintivamente l’ho giustificato ancora una volta, ma ora non più. L’ha fatto volontariamente, per giocare, per vedere dove poteva spingersi. L’ha fatto calpestando con cattiveria i miei sentimenti, ancora vivi e dichiarati apertamente. Gli ho sempre confessato di volergli molto bene. Ogni volta che l’ha chiesto, ogni volta che sentiva il bisogno di avere una conferma della mia presenza e della profondità del mio sentimento non mi sono negata. Ma lui ...