Blade: giorni diversi
Data: 19/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis
Per chi non mi conosce: salve!Io sono Alexander Mirror, meglio noto nel sottobosco criminoso e negli ambienti dello S.H.I.E.L.D. come Blade, un mutante con artigli e un fattore rigenerante, roba molto utile quando gli strozzini si stancano di chiederti i soldi gentilmente�Il lettore avveduto e informato sui racconti che mi riguardano può saltare le prossime righe.Invece, il lettore che legge per la prima volta un racconto che mi riguardi può gustarsi questa breve presentazione.Vivo negli States, nella città di New York (un tempo si chiamava New Amsterdam perché edificata da olandesi�). Non lavoro (specialmente a causa del mio ottimo rapporto con lo S.H.I.E.L.D. che mi ha pagato gli ultimi favori fatti) e, come ho già accennato, sono un mutante.I miei due interessi nella vita sono le donne e le arti marziali, in quest'ordine. C'é anche altro, ovviamente ma il resto è marginale.Un'altra cosa: non mi considero un eroe, diciamo che cerco di fare la cosa giusta ma non di rado mi lascio tentare dall'usare le mie abilità per furtarelli, o almeno così facevo...Comunque nel mio ultimo lavoretto per lo S.H.I.E.L.D. qualche tempo fa, una mutante capace di divenire acqua che risponde al nome di Flux mi ha riempito di botte. Me la sono legata al dito e dopo averla trovata e averle reso il favore alcune volte siamo finiti alleati (ed amanti). Nell'ultima missione insieme, Flux é apparentemente morta. Apparentemente, perché ha lasciato un chiaro segno della sua sopravvivenza qualche ...
... tempo dopo. Un segno di cui so unicamente io e che si è ripetuto in ben due diverse occasioni. Intanto io sono andato avanti con la mia vita, spesso e volentieri interrompendo quella di gente che a volte lo meritava e altre volte no.Flux sta tornando. Io lo so. E sarò pronto. A tutto.-Baro!-. La parola venne urlata, mi fu quasi scagliata contro da un nero malvestito con un inquietante tatuaggio in volto che io personalmente trovavo veramente di pessimo gusto.Baro. Un'accusa, falsa e decisamente mossa da odio e rancore maturati grazie a diverse mie vittorie a poker.Ora, sarebbe giusto sottolineare che i miei sensi sono leggermente amplificati rispetto a quelli dell'essere umano medio. Non sorprende quindi che, al tavolo da poker io possa letteralmente leggere i miei avversari.Quel tizio di colore, Adam Qualcosa, ha praticamente telegrafato le sue strategie in tutta la partita. Se la stava prendendo con me solo e unicamente perché in realtà era stufo di perdere ma non riusciva a vincere.Io me ne rimasi seduto. Avevo ucciso un bel po' di gente negli ultimi tempi. Inutile prendersela con lui.Inutile, oltre che stupido. Se fallisci puoi biasimare solo te stesso. Una regola di vita che mi sono imposto e che, spesso e volentieri mi ha fatto pure male.-Dai, Adam, non rovinarci la serata.-, quello che aveva appena parlato era Edwin Leopard. Ancora adesso non saprei dire che lavoro faccia ma a Poker aveva un tratto distintivo, la capacità di non perdere i nervi.E, a differenza di ...