1. Fiore di Bach - Cap. II - Otto farfalle di velluto blu.


    Data: 12/10/2017, Categorie: pulp, Autore: Flame

    ... infondo la strada deserta e ghiacciata sbuca la limousine nera. È lei, lo so, ho questa convinzione da prima di arrivare qui, sarà sesto senso… chiamatelo come volete! Ma ora io so che oggi avrò la mia dose di perdizione. Mi specchio nel lustro nero dei vetri che poco dopo si abbassano e fa capolino il suo viso, quel profumo, quel dannato profumo mi investe le narici e mi riporta indietro di qualche giorno. -Ciao Ania, sali.- la sua voce è una carezza per la mia anima ferita. - Ti ho cercata in questi giorni- sentenzia. Sono in un déjà-vu. Gli odori dell'abitacolo, la sua posa altezzosa in contrasto con il tono della voce, languido. La sensazione di freddo una volta seduta sulla morbida pelle, un lusso sfrontato, mi fa rabbia. L'unica nota dissonante è la persona accovacciata vicino Regina, percorro con lo sguardo il guinzaglio di pelle nera che termina in un collare grossolano della stessa fattura. L'uomo dal corpo longilineo è coperto da una tuta nera, solo due occhi arguti di colore azzurro mi fissano in una posa composta, il resto del viso è coperto da una museruola. Mi sento a disagio e, quel disagio sembra riuscire a farmi dimenticare il bruciore e i tremiti che mi porto dietro come un'ombra. Ho il timore che la donna voglia trasformare anche me in un cane e portarmi a spasso per la città in guinzaglio, studiando gli occhi azzurri il mio sospetto diviene una crudele realtà, deglutisco sarebbe troppo per me, non può succedere! Lei, la Regina, mi guarda con occhio attento ...
    ... ma allo stesso tempo sembra che voglia rassicurarmi da questi infausti pensieri. -Prendi…- dice increspando le labbra scarlatte in un mezzo sorriso, abbasso lo sguardo sulla sua mano. Pasticcini. Si dice che i Demoni regalassero caramelle. - Sono all’assenzio, li faccio portare da Praga.- La Regina regala pasticcini all’assenzio, non discosta più di tanto dai Demoni. Mi ritrovo a mangiare quei dolci con ingordigia, lei mi guarda soddisfatta. -Ti piacciono?- Annuisco, leccandomi le dita. -Sono stati preparati con il vero assenzio, quello usato da artisti maledetti di fine ottocento, loro dicevano di vedere la fata verde e che sussurrava loro i segreti del mondo. – La sua voce mi arriva ovattata e distorta. È una Dea. -La vedi anche tu?- mi domanda. Annuisco, impossibilitata a parlare, ciò che vedo non è dato sapere, ciò che sento è musica sublime per i miei sensi. Il bruciore interno che mi dilaniava le carni ha perso significato, ora c'è un assuefazione verso la Regina, incontrollabile. Sono in suo potere. Non posso fare almeno di aprire e chiudere le gambe, lo trovo eccitante. Io sono eccitata, desiderosa come non mai. Lei mi guarda mentre accarezza la testa del suo cane che fin ora non mi ha staccato gli occhi di dosso. Posso ammirare il centro di Mosca dal nero vetro, una metropoli che non dorme mai, il teatro Bolshoi, situato nella piazza adiacente a quella Rossa. Lo guardo con ammirazione, le colonne possenti sorreggono quel tetto di pietra che mi ricorda tanto l’antica ...