1. Tuaregh


    Data: 22/03/2019, Categorie: Etero Autore: Napocapo

    ... qui!"
    
    "Lei deve avere pazienza, prima o poi qualcuno di loro verrà. Venga qui domani mattina da sola e vedrà se non ho ragione."
    
    Il giorno dopo la nostra intraprendente connazionale si avventurò nel deserto da sola. Habbas le aveva indicato molto bene la strada da fare e il posto non era molto lontano dalla città, per cui il rischio era minimo. Mentre guidava il fuoristrada che aveva noleggiato, la sua fantasia le faceva immaginare meravigliose scene erotiche. Carla da parecchio tempo sognava di avere un'avventura con uno di questi misteriosi e fieri berberi, esponenti di un'antica e sana virilità ormai irrimediabilmente persa dai maschi occidentali. D'altronde come si potrebbe essere insensibili al fascino dei cavalieri tuaregh, che sono definiti gli ultimi uomini liberi rimasti sulla terra. Belli, alti, di corporatura longilinea ed il volto perennemente coperto dal caratteristico velo blu che mette in risalto i loro piccoli ma magnetici occhi, con una piega sul bordo superiore esterno che li protegge dalla luce intensa. E dulcis in fundo non sono neppure maschilisti, giacché la donna gode degli stessi diritti del marito e viene conservata anche la tradizione del matriarcato (il figlio segue sempre il sangue della madre!).
    
    Il sole era ormai alto in cielo, ed era da almeno due ore che Carla stava aspettando. Cominciava a darsi della cretina per aver dato retta ad Habbas. "Accidenti a te Carla, ma è possibile che a 42 anni sogni ancora come……anzi peggio di una sciocca ...
    ... ragazzina di 14 anni." La vacanza in Marocco le era costata assai, visto il suo misero stipendio. Per tutto l'inverno aveva risparmiato come una perfetta formichina. Il suo lavoro di segretaria presso lo studio di un avvocato alquanto spilorcio era molto duro. Durante le interminabili file che doveva fare nei vari uffici per conto dell'avvocato, il sogno di un appassionato e ardente incontro con uno dei figli del vento era l'unica cosa che riusciva ad evitarle una crisi isterica. La sua grande fantasia la aiutava sempre a sopportare i piccoli e i grandi dispiaceri della sua vita.
    
    L'uomo a cavallo del dromedario sembrava molto provato, a malapena si reggeva in sella. Carla lo aveva visto avanzare molto lentamente. Arrivato vicino al pozzo, smontò dal dromedario. L'uomo sembrava uscito da uno di quei libri che avevano fatto tanto sognare la nostra turista. Aveva il volto coperto dallo cheche, il velo di cotone che usano gli uomini Tuaregh sposati. La takouba, la spada senza della quale un Tuaregh non viaggia mai, incuteva un po' di timore in Carla, anche se sapeva che oggigiorno ha solo una funzione decorativa. Nonostante lei non facesse altro che fissarlo, lui sembrava essere del tutto indifferente alle sue attenzioni ed era tutto intento a riempire d'acqua la calebasse, il recipiente che i Tuaregh ricavano dalle zucche svuotate e fatte seccare al sole. Carla avrebbe voluto parlargli ma la lingua era paralizzata dall'emozione, riusciva solo a seguire con gli occhi ogni suo ...