Tuaregh
Data: 22/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Napocapo
... movimento.
"Che Allah ti protegga, donna. Cosa ci fai tutta sola nel deserto?".
Per fortuna aveva parlato in francese.
"Volevo vedere il deserto, ma devo essermi persa. Ora non so più come devo fare per tornare a Fez. Potresti accompagnarmi?"
"Non posso accompagnarti"
"Ma perché?"
"Ho detto che non posso"
"Ma allora come farò a tornare indietro. Potrei anche morire"
"E va bene, più tardi ti accompagnerò fin dove posso. Ma ora devo riposare, sono molto stanco"
Ovviamente Carla aveva mentito, non si era affatto persa, quella bugia era stata l'unica cosa che le era venuta in mente per prolungare l'incontro col misterioso nomade. Era molto eccitata, a causa dell'avventura tanto sognata che finalmente si stava realizzando, ma al contempo era anche molto preoccupata perché non sapeva come comportarsi. Sentiva che doveva sfruttare l'occasione che il destino le aveva regalato, ma non aveva alcuna idea in proposito. Intanto l'uomo se ne stava seduto all'ombra di una sparuta palma, e sembrava totalmente assorto nei suoi pensieri, che dovevano essere molto tristi a giudicare dallo sguardo malinconico che sembrava avere. E come spinto da quei tristi pensieri, estrasse dalla sua casacca un gioiello d'argento cruciforme, un canto dolce e melodioso cominciò ad uscire dalla sua bocca. Carla, pur non comprendendo le parole, restò incantata dalla melodia così dolce e struggente. Ma improvvisamente il bel canto fu interrotto.
"Ti prego continua, era così bello. ...
... Posso chiederti cos'era?"
"Era il tindé con cui conquistai mia moglie nell'agal durante i festeggiamenti per l'Illoudjan"
"La melodia è molto bella, puoi dirmi le parole?"
"Lei è simile alle stelle nel cielo. Io prego Dio, il Signore che la modellò di sua propria mano, di iscrivermi tra le cose che le appartengono...Appena la vidi, sentii sorgere in me la sua luce di stella…."
L'uomo interruppe un'altra volta il suo canto. Aveva ancora quel suo sguardo molto malinconico. Sembrava che qualcosa lo rendesse muto. Il silenzio regnò per alcuni interminabili istanti. Carla si sentiva molto a disagio, e provò a fare una domanda banale, per riprendere la conversazione.
"E' davvero tanto bella tua moglie?"
"Sì"
"E dov'è ora?"
"E' morta tre anni fa, l'hanno uccisa i soldati"
Carla aveva solo cercato di rompere un po' il ghiaccio, ed invece si era cacciata in una situazione alquanto imbarazzante. In quell'uomo il dolore per la scomparsa della moglie sembrava tanto forte da non lasciare spazio per altri sentimenti o interessi. Ma questo gran dolore che opprimeva il suo animo lo rendeva così amabile e irresistibile che Carla quasi si vergognava per quel che provava. Lei avrebbe voluto abbracciarlo e riempirlo di baci, ma si sentiva una persona squallida a pensare a cose del genere mentre lui aveva ancora il cuore infranto a causa del lutto.
In fine quei bei occhi tristi ebbero la meglio su ogni scrupolo. Mentre si avvicinava a lui continuava a dirsi che era solo ...