Un amico speciale a monaco di baviera
Data: 23/03/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: amico_monello
... per perdere il freno delle inibizioni, e considerando anche quanto siano sessuomani i tedeschi non dubito che ben più della metà di quelli che ci erano intorno quella sera hanno poi scopato, e non necessariamente con la persona con cui erano venuti. O, comunque, non solamente. Ma noi eravamo ancora giovani e ingenui e soprattutto non reggevamo la birra come loro, con conseguenze disastrose su cui stenderei un velo pietoso.
All’epoca ancora non esistevano i voli low-cost, perciò io e Giorgia caricammo i bagagli su un treno e partimmo per Monaco, dove avevamo trovato posto in una pensioncina economica del centro. Posate le valigie, poiché era ancora presto ce ne andammo a fare un giro in città, fermandoci a pranzo in una delle numerosissime spizzicherie che si trovavano nella zona pedonale. Seduti al tavolino chiacchieravamo e organizzavamo la serata quando notai, seduto di fianco a noi, un tipo moro sulla trentina in jeans e camicia bianca che ci guardava insistentemente. Era non bello ma piacente, apparentemente alto e fisicamente ben piazzato anche se non palestrato, occhi verdi, un naso di quelli che si definiscono “importanti”, capelli neri tagliati corti, barba di un paio di giorni e carnagione mediterranea. Nonostante fossi ormai abituato a vedere gente che metteva gli occhi addosso a Giorgia (e anzi, la cosa mi inorgogliva non poco), quell’uomo mi inquietava dandomi la sensazione che volesse qualcosa da noi. Dopo un po’ infatti si alza e si avvicina al nostro tavolo: ...
... “Ciao ragazzi, siete Italiani vero? Piacere sono Piero, ho sentito per caso la vostra discussione, siete qui per l’Oktoberfest?” Ovviamente non ricordo esattamente le parole, ma il senso era questo. Girò la sedia e si sedette accompagnato da uno dei sorrisi più sfrontati che mi sia capitato di vedere, ma talmente aperto e gioviale da risultare disarmante. Ci raccontò di essere un ingegnere, trasferitosi a Monaco dopo la laurea per lavorare in una azienda metalmeccanica locale e che si era innamorato della città, tanto da improvvisarsi spesso nel tempo libero guida per gli Italiani che incontrava. Continuammo a discutere del più e del meno, e dopo un po’ mi sembrò come se lo conoscessi da una vita, tanto che quando ci propose di accompagnarci per un giro mi fu naturale accettare.
Bizzarri Italiani, mi venne da pensare: tanto razzismo territoriale quando siamo in patria e tanta solidarietà quando siamo all’estero…
Dopo un piacevolissimo pomeriggio si fece ora di cena e Piero ci chiese se ci faceva piacere che si unisse a noi per la serata. Ormai eravamo diventati culo e camicia, e accogliemmo la proposta con molto entusiasmo. Ci divertimmo un mondo, come forse da soli non avremmo fatto. Piero era un perfetto compagno di bisbocce, si beveva e si cantava intonando cori a noi sconosciuti e brindando con tutti i vicini di tavolo, e spesso anche con i lontani. Giorgia, normalmente di certo non timida ma neanche particolarmente sfrontata, forse complice la birra o forse per la ...