Un amico speciale a monaco di baviera
Data: 23/03/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: amico_monello
... allegria contagiosa di Piero sembrava sentirsi perfettamente a proprio agio e ballava a piedi nudi sui tavoli mostrando le sue splendide gambe e lasciando intravedere da sotto il corto abitino nero il perizoma che usava indossare. Non che la cosa mi dispiacesse, anzi mi intrigava normalmente figuriamoci in quell’atmosfera goduriosa in cui eravamo immersi, ma non potetti fare a meno di notare che gli occhi di Piero non si staccavano da lei e che non perdeva occasione di stringerla e di sfiorarla anche in zone “proibite”, senza che lei protestasse. Non se ne accorgeva? Lo lasciava fare volontariamente? Non lo so, so solo che era la prima volta che ci trovavamo in una situazione del genere e incredibilmente la cosa mi provocava un senso di gelosia frammisto ad un piacere profondo. Non sapevo che fare: temevo di passare per cornuto e contento, forse avrei dovuto fermarlo e difendere il mio territorio ma più guardavo lei che ballava con lui più dal basso mi cresceva una eccitazione violenta, un piacevole tremore che risaliva fino alla cima dei capelli. Ero geloso, senza dubbio, ma proprio quella gelosia che mi ottenebrava la mente e mi stringeva lo stomaco mi stava dando una scarica di adrenalina pazzesca. Avevo solo un dubbio: era ancora mia? Se così fosse stato allora andava tutto bene, ma se quello fosse stato solo l’inizio della fine? Se la stavo perdendo? Sinceramente non ho mai ritenuto importante il tradimento fisico, ma quello sentimentale si, quello non lo avrei ...
... sopportato. Mentre mi tormentavo in questi pensieri lei ballando mi guarda, mi sorride e mi manda un bacio. Resto un po’ così imbambolato e allora si avvicina, mi mette le braccia al collo e mi stampa un bacio sulle labbra, poi torna a ballare. Ok tutto a posto, toccala quanto vuoi tanto è ancora mia.
Fattasi una certa, come si dice, decidiamo di rientrare. Piero ovviamente si offre di accompagnarci in albergo, ma non prima di averci offerto il bicchiere della staffa a casa sua. Sinceramente un po’ restio per la stanchezza, forse seccato dall’atteggiamento di Piero, accettai su richiesta di Giorgia solo per non passare per il pesantone di turno. La casa di Piero era una villetta piccola ma molto carina ed accogliente, tappeti colorati su un pavimento in travi di legno e arredamento essenziale ma ben architettato. Piero accese una piantana a luce soffusa e dopo aver messo su un po’ di musica andò a mettersi comodo, mentre noi ci levammo le scarpe come è consuetudine da quelle parti e ci sedemmo sul divano. A me stare vicino a Giorgia ha sempre creato molto turbamento, e memore delle sensazioni provate durante la serata avevo l’eccitazione a mille. Iniziai a baciarla e accarezzarla, mi accostai all’orecchio e le sussurrai: “quando torniamo in albergo ‘fanculo la stanchezza, ti spacco in due. Altro che Piero, brutta stronzetta”. Lei mi sorrise maliziosa, ma non disse nulla. Rincarai la dose: “Ti piace, vero? Di’ la verità, te lo faresti?” Non parlavo sul serio, era il nostro modo di ...