Rebecca, Nicholas ed io - L'arrivo
Data: 24/03/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Lesbo
Etero
Autore: Ukiyo
... smettere. Non ne potevo più di vivere di notte. E Londra iniziava a diventare troppo cara e frenetica. Era chiaro che avessi bisogno di una pausa. Anzi, di un lavoro e di un contesto diverso. Così quando Teo, il mio amico fisioterapista, mi buttò lì l�idea di fare il maggiordomo 2.0 in una sfarzosa dimora di campagna inglese, qualcosa dentro di me gridò �Sì!�. Avevo già una certa esperienza nell�ospitalità, ma prendersi cura della casa e della sua famiglia, fosse anche composta da una sola persona, richiede un�attenzione particolare. Così, siccome a me piace fare le cose per bene, feci anche dei corsi di formazione, per poi inviare il mio cv alle agenzie dedicate. Per mesi non ebbi risposta. Fino a che l�occasione non arrivò direttamente da uno dei miei clienti. Era un finanziere italiano, sui quarant�anni. Lo chiamerò Filippo. Io e lui avevamo un rapporto particolare. Era uno dei pochissimi clienti con cui avevo infranto la regola non scritta dello champagne club: non portarsi a letto i clienti. Ma quando un italiano così fascinoso, in completo Battistoni, ti chiede di accompagnarlo in macchina a fine serata, è difficile resistere. Un amico inglese cerca un maggiordomo. Posso mandarti il contatto della sua segretaria personale. Sta nel Surrey, ti piacerà, disse. Bingo! Pensai. Filippo si rivelava molto generoso, e non solo a letto. Seppi che l�amico inglese si chiamava Nicholas. Melanie, la sua segretaria, mi mise immediatamente in contatto con il maggiordomo ...
... uscente, Sally. Non se ne sarebbe andata definitivamente, ma solo per sei mesi di maternità. Poco male, pensai mentre salivo sul treno che mi avrebbe portato fuori Londra. Avrò la possibilità di se il lavoro mi piace. A mano a mano che mi allontanavo dalla città vedevo i condomini diradarsi e la campagna inglese aprirsi di fronte a me. Prati, alberi, siepi e ruscelli diventavano il mio nuovo paesaggio. I miei sensi, depotenziati dallo stress cittadino, si rianimavano. La mia testa si svuotava e rallentava. Ma non potevo rilassarmi troppo. Dovevo concentrarmi sul colloquio. Anche perché la Mercedes con i vetri oscurati che stava aspettando proprio me davanti alla stazione del paese, mi ricordò il tipo di cliente che dovevo impressionare. L�autista, un polacco sulla cinquantina, verificò la mia identità e aprì la portiera. Lasciammo il centro del paese e ci dirigemmo verso la campagna aperta. Ad un certo punto la macchina svoltò su un vialetto di ghiaia, e oltrepassò il cancello di ferro battuto che interrompeva una lunga siepe. Il giardino era incredibilmente romantico. Era un bosco dal disordine disciplinato dalla creatività dell�uomo. Potevo vedere le stradine di terra battuta inoltrarsi tra alberi, arbusti, rose. Chissà dove portavano. L�unità di misura del parco era nell�ordine degli ettari. Ma eccoci arrivare allo spiazzo davanti alla villa, che si ergeva davanti a noi come una vecchia dama georgiana. Un glicine ricopriva parzialmente la facciata scurita dal tempo. Sally, senza ...