1. Il cameriere albanese


    Data: 25/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar, Fonte: Annunci69

    Ero incazzato con mio cognato. L’idea che non mi scopasse più e che mi avesse mollato così m’indispettiva. Avevo anche scoperto che si fotteva la badante ucraina di mia nonna.
    
    In astinenza sessuale avevo solo quel pensiero in mente. Eppure ogni volta che mi aveva poggiato il cazzo duro nella bocca, gli avevo dimostrato di saper fare la troia, slinguazzandogli accuratamente la cappella. Fra noi c'era sempre stata un'ottima intesa sessuale.
    
    Una sera, dopo il loro viaggio di nozze, mi chiamò mia sorella: “Che ne dici di andare a cena insieme stasera? Mi hanno parlato bene di un nuovo agriturismo.”
    
    Inutile dire che passai il pomeriggio in preda all'eccitazione e mi vestii accuratamente per la serata, sperando che l’idea dell’invito fosse partita da mio cognato. Quel porco!
    
    Indossai una camicia nera che metteva in evidenza la mia siluette e, sotto, un tanga completamente trasparente, sperando di poterlo sedurre nel cesso del locale. Mi guardai allo specchio e vedere solo quella sottile striscia di tessuto velato a stento coprire il mio pelo pubico, eccitò anche me. Mi misi dei jeans aderenti e scesi.
    
    Salii in auto con i miei, dietro, e mio cognato mi chiese subito cosa avessi fatto di bello per tutto il periodo della loro crociera. Con calma gli risposi che avevo studiato e chiacchierato con la badante ucraina.
    
    A quel punto si zittì fino all’arrivo.
    
    Arrivammo al ristorante. Entrando notai che non c'era quasi nessuno. Il cameriere, un bel ragazzo sui ...
    ... trentacinque, ci fece accomodare e ci servì gli antipasti. La camicia bianca aperta metteva in mostra pettorali scolpiti e abbronzati. La sua fisicità prorompeva anche dai pantaloni attillati.
    
    Mio cognato, che non riusciva a trattenere la curiosità, mi ordinò scherzosamente di andarmi a lavare le mani prima di mangiare.
    
    Mi alzai e lui mi seguì. In bagno mi spinse a parete e cercò di baciarmi. Io, mi voltai. Lui mi sussurrò di mettergli la mano tra le gambe per capire quanto gli fossi mancato: “Ho il cazzo che mi scoppia!” Era davvero eccitato. Se lo tirò fuori già umido di umori: “Succhialo, dai!”
    
    - “Vai da quella troia ucraina a fartelo succhiare…”
    
    Mia sorella bussò alla porta, chiedendo perché ci stessimo mettendo tanto. Ci sistemammo e uscimmo.
    
    - “Non finisce qui!” – minacciò mio cognato.
    
    - “Davvero?” - gli risposi – “Allora tiralo fuori dai pantaloni quando saremo a tavola.”
    
    - “Non ci credo. Non puoi essere così troia!”
    
    - “Sfidami, allora.”
    
    Lui restò stupito dalla mia audacia, però, lo fece. Facendo finta di sistemarmi per lasciare spazio agli altri, allungai la mano sotto il tavolo e cominciai a segarlo abilmente.
    
    Il cameriere era tornato dopo aver portato i primi, ma qualcosa doveva aver capito perché ci guardava in modo strano e allungava gli occhi sotto la tovaglia, per fortuna un po’ lunga. Aveva osservato anche la fede alle mani dei due sposi novelli, identiche e lucidissime. Quindi, i ruoli dei commensali erano chiari.
    
    Quel gioco mi stava ...
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