Gelosia Retroattiva
Data: 28/03/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Pantelleria
Vi è mai capitato di innamoravi di una donna, idealizzarla, visualizzarla nel vostro immaginario come la madonna scesa in terra per poi, col tempo, scoprire di non conoscerla affatto, vi è mai capitato di fare i conti con un passato che riaffiora come gli stronzi in un cesso che non scarica bene? E’ il caso di Eva. Eva, conosciuta per caso una sera tramite amici di amici, si mostrò fin da subito affabile e alla mano, spiritosa ma mai pacchiana, ne fui piacevolmente colpito e, facendomi coraggio, le chiesi il numero di telefono. Fu così che uscimmo direttamente la sera successiva, mi piacque immediatamente lo stile sobrio che aveva scelto per quell’appuntamento, mi sembrava una ragazza con la testa sulle spalle, misurata, tanto che quasi mi sentivo in colpa a immaginarmi qualunque cosa di erotico che la coinvolgesse. La serata trascorse molto piacevolmente, un aperitivo, una cenetta informale, un bel bacio e fine serata a casa mia, si mostrò particolarmente timida e dubbiosa a letto, soprattutto nei preliminari, la cosa mi lasciò un piacevole senso di tranquillità nei giorni a venire. “Sai, non mi è mai capitato di concedermi a un uomo al primo appuntamento, con te è stato diverso, mi sono fidata fin da subito”. Mi disse Eva quella notte, poco prima di addormentarci. L’istinto mi suggerì di non crederle, le concessi il beneficio del dubbio, dopotutto avrebbe anche potuto non dirmi niente, mi addormentai pensando di aver trovato una papabile madre dei miei figli, chissà, dopo ...
... i 30 si fanno anche questo tipo di pensieri. Cominciammo a frequentarci con assiduità, c’era complicità a letto e fuori dal letto, mi riempiva fisicamente ed emotivamente, ero felice, il sesso cominciò a prendere una piega molto più passionale delle prime volte, Eva non rifiutava mai nessuna mia proposta, era porca e dolce allo stesso tempo, tutto sembrava perfetto, era la donna che avevo sempre cercato. I mesi passarono nell’idillio dell’amore finché, una sabato sera, Eva dimenticò il telefono sul comodino della camera mentre si faceva la doccia. Squillò, un certo “Davide” la stava chiamando, squillò una seconda volta, sempre Davide, squillò una terza volta. Non sapevo chi fosse questo Davide, non me ne aveva mai parlato, in quel momento la cosa non mi destò cattivi pensieri. “Ti è squillato il telefono” Le dissi. “Ah, ora controllo” Mi rispose distrattamente Eva intenta a spalmarsi la crema sul corpo. “Hanno chiamato più volte” Insistetti. “Si, sarà mia madre, quando non le rispondo si preoccupa.” Replicò “No, non era tua madre, era un certo Davide, deve avere qualcosa di importante da dirti” Eva fece finta di non sentire, continuando a spalmarsi la crema sulle gambe. “Chi è Davide?” Incalzai, con tono divertito “Non lo so, forse quello dell’assicurazione” Mi rispose Eva, fingendo tranquillità, percepii all’istante che qualcosa nella sua voce tradiva un certo tipo di emozione “Ah, e come mai ti chiama alle nove e mezza di sera?” Chiesi. “Non lo so, Andrea, non lo so, ora ...