1. Codice di base


    Data: 28/03/2019, Categorie: Etero Autore: Browserfast

    ... capace, e nel suo rapporto scrissi note lusinghiere. L�ho sempre fatto con chiunque, ma lei se lo meritava.Non la vidi per diversi mesi, durante i quali avevo ridotto al lumicino il mio rapporto con la separata e aperto e concluso una breve relazione con Claudia.Una sera, era l�antivigilia di Natale, entrai con dei colleghi in un Tex-Mex. La vidi seduta con una donna che conoscevo, una collega della concorrenza, le salutammo invitandole al nostro tavolo. Un mio amico, Luca, iniziò a flirtare pesantemente con la donna, questa iniziò a flirtare pesantemente con lui. Portavano entrambi la fede al dito.Giunti a fine pasto, Simona ci formulò l�invito di trasferirci a casa sua per bere qualcosa e concludere la serata. Accettammo, tranne Luca e la collega che si dileguarono.- Vi raggiungo, disse Luca - L�avrei rivisto un paio di giorni prima di Capodanno.Simona viveva con altre due studentesse in un appartamento arredato in modo abbastanza triste, destinato ai fuori sede. Le sue compagne erano già tornate a casa per le vacanze, lei stessa aveva un aereo per il pomeriggio seguente.Fu una serata tranquilla, con qualche bicchiere di troppo.Al momento di andare via si alzò per accompagnarci alla porta, furono scambi di baci sulle guance e auguri con i miei colleghi, che mano a mano guadagnavano le scale. Ero l�ultimo della fila. Le porsi la guancia, lei mi anticipò ponendo le labbra sopra le mie e facendo guizzare la lingua in bocca per un istante. Ci guardammo altrettanto rapidamente ...
    ... negli occhi, uscii. La sentii richiudere la porta alle mie spalle.Una volta sul marciapiede mi fermai a slegare la moto e a prendere il casco dal bauletto con un amico con cui avremmo condiviso qualche centinaio di metri insieme. Abitava anche lui poco lontano. Slegammo le moto e partimmo, salutandoci al primo incrocio.Girai la Transalp e mi fermai sotto casa di Simona. Non tirai fuori la catena né riposi il casco nel bauletto. Suonai al citofono. Il portone scattò, senza risposta. Salii le scale e la trovai all�ingresso, nello stesso punto in cui l�avevo lasciata. Avevo il casco in mano. Ci baciammo senza una parola, questa volta più a lungo. Aveva una bocca grande, ben disegnata, labbra morbide. La sua lingua era larga, pastosa, si intrecciava senza fretta alla mia. Ci separammo guardandoci negli occhi:- Mi sei sempre piaciuto, dalla prima volta nello stanzino del caffè.Era una frase banale, che tuttavia mi lusingò e mi colpi per la sua sincerità assoluta.- Stiamo insieme stanotte - le dissi.- Sì, andiamo da te. Ma non potremo fare nulla. Ho le mestruazioni, e poi per principio la prima sera non lo farei.Non rimasi deluso, avevo voglia di sentire il suo corpo accanto al mio, sotto il piumone.Parcheggiai la moto sul marciapiede, senza portarla in garage, erano passati sì e no cinque minuti da quando avevo suonato al suo citofono.Si tolse il casco, vidi che aveva voglia di un bacio che le negai con dolcezza, prendendola per la mano. Il giorno prima, sullo stesso marciapiede e ...