Un paziente della Dottoressa Angela - Pazzo di mia Madre
Data: 02/04/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: Angela Kavinsky
... accarezzai con dolcezza, solleticando le dita. Lei fece un piccolo sussulto e nulla più. In effetti non riuscivo a vederle il viso. «Mamma, io non so se ci riesco…». Ma lei non rispose. «Mamma?». Era chiaro il suo gioco; stava facendo finta di non essere lì. Il suo piede sinistro stava accarezzando il mio pene ormai durissimo, ma ancora nascosto nei pantaloni. «Ok non rispondermi, fai pure finta di niente» Le dissi. «Comunque non so se questa sia la cosa giusta da fare ma si, hai ragione. Io ti amo! Amo tutto di te e amo anche i tuoi piedi. Questa cosa è sicuramente sbagliata. Ma non penso di poterti resistere. Mamma non pensare che sono strano…». Alzò il viso dallo schermo del tablet e mi guardò attraverso i grandi occhiali. Fuori i tuoni e i fulmini. Sottovoce disse «non l’ho mai pensato». Alzò il suo piede all’altezza della mia bocca. Dopodiché, nascose nuovamente la testa dietro al tablet. Lo presi, aprii la bocca e vi infilai goffamente l’alluce. Succhiai. Controllai che lei non mi stesse osservando e in effetti era così. Con la mano sinistra schiacciai il suo piede sinistro contro il mio pisello, mentre con la mano destra tenevo il piede destro. E ne succhiavo le dita. L’alluce era qualcosa di favoloso, ancora leggermente umido dalla pioggia. Lo facevo uscire ed entrare dalla mia bocca. Sembrava un grosso acino d’uva. Lo appoggiai sul mio naso e leccai la parte superiore della pianta. La mordicchiai. L’idea che fosse sbagliato ciò che stava accadendo se n’era andata ...
... dalla mia mente non appena l’alluce mi era entrato in bocca. Alzai il piede e baciai mille volte il tallone, poi aprii la bocca e ve lo infilai. Era leggermente screpolato ai bordi, ma la parte centrale era liscissima. Mentre era appoggiato nella mia bocca, la lingua lo solleticava, tant’è che mi parse di sentire mia madre ridere. Passai la lingua tra le dita. L’odore della pioggia. Lo potevo sentire tra le sue meravigliose dita. Succhiai ogni singolo dito, dopodiché cambiai piede. lei non diceva niente; se ne stava nascosta dietro al tablet, quasi per paura di vedere. Mi alzai dal divano, spostai i suoi piedi dal divano al tappeto, mi inchinai e poi iniziai a leccarli. Incurvava le dita. era segno che le piaceva. Mi fermai e la osservai un istante. Tutto d’un tratto, qualcosa dentro di me cambiò. Mi sentivo come un animale feroce. Iniziai a leccarle le caviglie, poi con la lingua salii. Presi tra le mani il suo polpaccio muscoloso, e lo leccai. Le lasciai dei succhiotti ovunque. Le baciai il ginocchio, e poi l’interno della coscia. Mia madre ebbe come un brivido. «Cazzo… non erano questi i patti, vero? Dovevo restare ai tuoi piedi… mi dispiace ma sei così bella…». Sempre tenendo il tablet davanti al suo viso, alzò leggermente il culo dal divano e con l’altra mano si sfilò prima i pantaloncini, poi le mutandine. La osservai. Non disse niente, né mostrò il viso. «Lo vuoi davvero?» Lei non rispose. La mano che non sorreggeva il grosso tablet bianco me la mise sulla testa, che con ...