Mousse al cioccolato - 1
Data: 07/04/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... portai le mani in grembo per nascondere il gonfiore dell’erezione, e quando il rumore fu alla mia altezza, socchiusi gli occhi a guardare: era una coppietta di fidanzati, giovani entrambi, lui carino, lei meno.
Lui le aveva passato il braccio destro sulla spalla, lei gli aveva infilato la mano sinistra nella tasca posteriore dei jeans… Chiacchieravano e ridevano, presi nel loro mondo;
passarono oltre, senza degnarmi d’uno sguardo.
Richiusi gli occhi per riprendere le mie fantasie, ma ormai la magia si era dissolta e anche la mia erezione si era sgonfiata, lasciandomi soltanto una sensazione di bagnaticcio nelle mutande; così, ripresi la mia passeggiata lungo il lago e poi tornai in albergo, aspettando con ansia l’ora della cena.
Ma la cena fu una tragica delusione! Carico di aspettative, mi accomodai al mio tavolo e consultai il menù. Mi concentrai a leggere ogni particolare della lista, per evitare di guardarmi attorno e rendere ancora più emozionante il suo arrivo a ‘sorpresa’. Volevo godermi ogni istante di quell’attesa, che diventava di momento in momento più spasmodica.
“Buonasera, signore.”
A sentire quella voce, sbarrai gli occhi e sollevai la testa di scatto, fissando sconvolto il volto della ragazza in piedi al mio fianco.
“Oh, mi scusi… - balbettai alla fine – ero concentrato nei miei pensieri… mi scusi…”
“Si figuri…”, sorrise lei e raccolse la mia ordinazione.
Ma dov’era finito lui? Mi guardai attorno, col cuore che mi era diventato un ...
... blocco di ghiaccio, e finalmente lo vidi: diversi tavoli più in là, che serviva la cena a una coppia di vecchi barbogi.
Ma perché? Ero io che avevo bisogno di lui… della sua voce, del suo sorriso, delle suggestioni che la sua vicinanza mi suggeriva. Come richiamato dal mio sguardo, il ragazzo girò la testa, mi vide, mi fissò… sollevò leggermente le spalle, come a dire mi dispiace, poi tornò alle sue occupazioni.
Mangiai di malavoglia, il cibo era insipido, il vino acquoso, la frutta acida…
Lo cercai ancora diverse volte con lo sguardo e diverse volte i nostri occhi si incontrarono e almeno una fui certo che m’avesse sorriso; ma non bastò a rendere meno penoso quello strazio, così finii in fretta la cena e me ne andai in camera a rimuginare il mio disappunto.
Non era freddo quella sera, per cui mi spogliai in maglietta e mutande, e accesi il televisore. Mi imposi di non pensare a lui, di non pensare a niente…
D’un tratto, sentii un leggero bussare alla porta. Guardai l’orologio: erano appena passate le dieci. Ancora dei colpetti leggeri.
“Avanti”, dissi, alzandomi dal divano su cui ero sdraiato.
La porta si aprì e lui fece timidamente un passo avanti.
“Oh, mi scusi… - si bloccò, vedendomi in mutande – non volevo disturbarla…”
Maledizione!
“Ma no, no… - dissi, afferrando l’accappatoio, che per fortuna era gettato su una sedia lì accanto – Non disturbi affatto, vieni.”
Mi infilai in fretta l’accappatoio e gli andai incontro. Lui chiuse la porta e ...