La mia vicina (4)
Data: 07/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: bingo26
Dopo esserci rifocillati con dell’ottimo caffè freddo e un sacco di risate, concludemmo quella meravigliosa giornata con un “grazie e arrivederci a presto” e baci da parte di Marta e Riccardo.
Mi piacquero veramente tanto quei due nuovi amici: gentili, disponibili, generosi, aperti.
Andai via dando un’ultima occhiata a Marta. Era veramente bellissima, un corpo da favola, un sorriso accattivante e solare (mi faceva pensare molto ad una stupenda attrice: Amy Adams). Mi era sembrato che anche lei che mi guardasse più del dovuto, ma forse era solo una mia impressione (mi sbagliavo perché dopo una decina di giorni da quell’incontro ricevetti una telefonata da lei!!!! Si era fatta dare il numero da Elena. Mi chiedeva se potessimo vederci da soli per un aperitivo…ma questa è un’altra storia…).
Sulla via del ritorno, lungo la stradina che portava alla radura dove avevamo lasciato le auto, Elena mi prese sotto braccio e mentre camminavano, mi faceva le fusa. Mi sussurrava qualcosa ma io ero preso tutto da una sola domanda tanto che non ce la feci più.
«Elena, perché io?? – chiesi tutto d’un fiato – perché mi hai concesso tutto ciò e altro? ».
Si fermò e guardandomi dritto negli occhi disse:
«Perché tu???.......Perché…..ecco……..tu non fai domande, tu non assilli, tu sei gentile, sei educato, discreto…molto discreto e poi…beh, mi piaci veramente. Sai far godere una donna senza essere rozzo, villano, incivile e pensare solo al tuo piacere……….ecco perché tu!!! ...
... ».
Rimasi di stucco, fermo un attimo a pensare a quelle parole. Un lieve rossore mi salì sulle guance e avevo un po’ gli occhi lucidi.
«Ecco, vedi? - continuò - stai arrossendo come un adolescente e ti sei emozionato. Questo fa di te una persona vera, sincera, trasparente. Ho incontrato tanti uomini che si pavoneggiavano a tali ma che alla fine non erano che dei meschini, degli omuncoli senza palle e pieni solo di sè. Tu poi sei fatto della mia stessa pasta: ti piace il sesso e lo vivi senza falsità, remore o pudori».
La guardai intensamente e allora volli baciarla. Lei immediatamente aprì la bocca per ricevere la mia lingua e attanagliarla con la sua in un combattimento feroce. Ci baciavamo con una tale intensità da togliere il fiato.
«Elena, io….ti….» sussurrai staccandomi da lei.
«Ti prego no, non dirlo!!!» mi interruppe lei immediatamente, scansandomi dal suo abbraccio.
La guardai in modo confuso non capendo, sul momento, ciò che intendeva.
«No….volevo ringraziarti ancora una volta per ciò che mi hai detto poco fa.
Tutte quelle belle parole nei miei confronti non fanno altro che accrescere la mia voglia di te».
Mi guardava intensamente e sorrideva.
«Vedi? Lo dicevo: sei un vero tesoro. Ma adesso basta con tutte queste smancerie, muoviamoci, ti prego ».
Ci dirigemmo, così, ognuno verso la propria auto, guardandoci sempre direttamente negli occhi.
Facemmo ritorno a casa a distanza di qualche minuto uno dall’altra per non destare sospetti nei nostri ...