1. Regalo di natale di un trasportatore di carbone - 2


    Data: 07/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

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    Fino all’ora di chiusura, quella sera, rimasi sulle spine; ma, come promesso, proprio mentre chiudevo la porta, un enorme camion da carbone entrò nel parcheggio e quando lo sportello si aprì, Durran mi chiamò.
    
    “Sali su.”, disse.
    
    Io salii e lui ritornò sulla strada.
    
    “Sei mai stato su un camion da carbone?”, mi chiese allora.
    
    “N…no, m…mai.”
    
    Ero così nervoso per questa vicinanza al mio idolo, che facevo perfino fatica a parlare. Mi mandava realmente fuori di testa.
    
    “Mi sono accorto di te, - disse lui a voce bassa – e penso che tu ti sei accorto di me.”
    
    Vidi nel buio la sua mano armeggiare attorno al suo pacco.
    
    “Dimmi un po’ cos’è questa cosa.”, disse d’un tratto, togliendo la mano.
    
    Gesù, Giuseppe, Maria!... In quel momento vidi il suo colossale fotticulo dritto per aria come una leva del cambio! La mia bocca si spalancò da sola per la sorpresa. Non era scappellato e una guaina di pelle terribilmente erotica incappucciava l’enorme glande del suo cazzo pulsante.
    
    Era di un bordò intenso e così grande, che mi chiesi con meraviglia se sarei mai riuscito a stringerlo con la mano. Dentro di me, tuttavia, mi compiacevo segretamente per il fatto di avercelo all’incirca altrettanto lungo: lo avevo misurato, il mio, ed era sui ventiquattro centimetri. Fissai quell’arnese per un lungo momento, poi lui mi disse placidamente:
    
    “Forza, dai, puoi assaggiarlo, se vuoi.”
    
    Allora mi allungai verso il suo cazzo. Sgocciolava presborra e un brivido mi ...
    ... percorse la mano, quando lo toccai: uno strumento così bello, robusto e fatto per godere! Era ancora più nero del suo corpo, come uno spadone di mogano svettante in mezzo alle sue gambe. Non sapevo cosa dire, ma sapevo di certo cosa fare: mi lasciai cadere sul pavimento e gli offrii un lavoretto di bocca.
    
    Appena iniziai a slinguarglielo, lui svoltò per un viottolo deserto, dove non saremmo stati disturbati. Dopo avergli munto dal cazzo ogni goccia di sborra che potesse produrre, lui mi sollevò dal pavimento, avvicinò il suo volto al mio e mi baciò!
    
    Non riuscivo a crederci! La sua lingua guizzante lappava il suo stesso sugo fuori dalla mia bocca! Mi baciò come un demonio, proprio nel modo in cui ero sicuro che un omone grintoso avrebbe baciato, a scopamascelle! Sopraffatta dalla bramosia, la mia lingua scivolò fuori per combattere la sua e i nostri respiri mescolati rendevano la cavità della bocca infuocata come una fornace.
    
    La sua mano mi sondò i ruvidi peli dell’inguine; mi carezzò l’uccello e… poi lui abbassò la testa per leccarmi!!! Beh, vedere Durran, il possente, il sudicio Dio dei miei Sogni Masturbatori, che si chinava verso il mio inguine, fu più di quanto potessi reggere: nel momento stesso in cui le sue labbra mi toccarono la cappella, io esplosi in un orgasmo tale, che gli spruzzai di sborra incandescente tutta la faccia.
    
    “GAAAHHHHHHHH…”, urlai, fuori da ogni controllo.
    
    “Accidenti, sei proprio un tipo pepato!”, ridacchiò lui, leccandosi dal mento la mia ...
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