Storie gay: culetto vergine incontra bel pisellone.
Data: 09/04/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: RedTales
... lubrificante quel ditone non incontrò resistenza, nemmeno quando lo fece ruotare per cercare di allargarlo. Come provò ad infilare due dita Simone sentì proprio dolore:
“Piano, fai piano. Sono stretto.”
“Ma così ti allargo, se no dopo lo senti ancora di più. Hai visto che ce l’ho bello grosso...”
Si, era meglio lasciarlo fare e far finta di niente si disse nuovamente tra sé e sé mentre le dita entrarono con calma slargandolo per bene.
fu l’ulteriore considerazione che fece dentro di se stando ben attento a non lasciarsi sfuggire il minimo lamento.
Le dita presero a scorrere avanti e indietro per tutta la loro lunghezza e, anche se con fatica, provò a farle ruotare.
“Certo che sei proprio stretto, faccio fatica ad aprirti con due dita. Ma li hai presi solo piccoli?”
Si, quella era proprio l’ancora di salvezza: “si, quelli che ho preso erano tutti piccoli. Uno grosso come il tuo non lo ho mai preso.”
Chissà forse Simone sperò di vederlo arrendersi difronte a questa affermazione anche se sapeva che era li con uno scopo ben preciso: scopare e non avrebbe rinunciato così facilmente.
Intanto quelle dita che ravanavano dentro di lui gli continuavano a procurare un bel fastidio: provò a convincersi...
Gennaro, seduto al suo fianco ci dava dentro e ogni tanto toglieva le dita sgocciolanti di lubrificante e dopo che il buchino si era chiuso lo riapriva divaricandogli le chiappe prima di mettere ancora dentro le dita.
Ad ogni ingresso era una fitta, ...
... come se qualcuno gli facesse un taglio. Un dolore puntuale che durava per alcuni secondi e poi si affievoliva senza però sparire del tutto.
L’uomo si dimostrò paziente e… competente perché andò avanti a lungo.
“Direi che ci siamo, adesso è bello aperto, ci entro che è una meraviglia. Sei pronto?”
Sussurrò un si ma, dentro di se, non lo era per nulla, anzi era anche spaventato, non sapendo bene cosa avrebbe provato. Perché un conto è aver letto le sensazioni di altri e un altro è viverlo. In ogni caso la voglia di uscire da quella casa sverginato era assai più forte e si lasciò andare.
“Come vuoi metterti?”
Anche quella domanda arrivò inaspettata e non seppe esprimere alcuna preferenza rispondendo con un laconico: “resto così”
“Bene, mi piace. E’ una bella posizione. Poi magari cambiamo. Avevi detto che ti andava bene senza, vero?”
Si riferiva al profilattico. Poiché si erano dichiarati entrambi sanissimi, Simone gli aveva scritto che potevano benissimo farne a meno, anche perché Gennaro aveva insistito a lungo su quanto fosse meglio a pelle, su come si sentisse di più, come scorresse meglio e così via.
A quel punto l’uomo lo scavalcò mettendosi sopra di lui e appoggiando le mani sul letto: “allarga un po’ di più le gambe, così entro meglio.”
Eccolo, il cazzo duro come il marmo cominciò a strofinarsi tra le chiappe. Scorreva benissimo per quanto fossero scivolose e, dopo tre o quattro passaggi, individuato con precisione il buchino, ci si appoggiò ...