Felice di essere becco
Data: 10/04/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: benves
... lasciava fare volentieri delle ricognizioni sul suo corpo morbido e abbondante.
Ero un ragazzo, non avevo mai goduto di tanto ben di dio e, spogliata, avevo visto solo mia madre, ma era tutt’altra cosa.
Spesso, anche perché faceva caldo, si metteva nuda sul letto, io abbassavo solo i calzoni perché se mi chiamava mia madre dovevo essere subito pronto.
Dalle foto che avevo visto e dalle chiacchiere con i compagni, sapevo bene che una donna poteva anche prendertelo in bocca se voleva, sapevo anche che significava scopare ma non avevo mai fatto niente di tutto questo.
Imparai bene a venire con la sua sega ed era una cosa meravigliosa.
Quasi ogni sera, prima di andar via, lei si metteva al mio fianco, stavamo in piedi, e mi faceva cacciare tutto lo sperma di cui disponevo.
Mi faceva spruzzare sul tavolo della cucina oppure, abitudine strana ma eccitante, in una tazzina da tè.
Passata la voglia, scappavo via.
Appena in tempo, devo dire.
Quasi sempre, appena uscivo da casa sua, vedevo rientrare il marito.
Col tempo ci ripensai: quell’uomo sapeva e aspettava che avessi finito; ho compreso dopo la loro libidine segreta.
Nonostante mio padre avesse sempre da borbottare, mia madre aveva trovato la sua pace ed io ero contento: non rompevo e non rischiavo per le strade della periferia.
Dalla signora Elena ripassavo pure le materie scolastiche e, mai come in quel periodo, ero studioso per evitare qualsiasi cambiamento.
Finalmente, un sabato di ...
... settembre che i miei avevano un impegno, Elena si offrì di farmi restare a casa sua.
Purtroppo c’era anche suo marito: mi rassegnai a guardarla, senza poter fare nulla.
Ma le cose andarono molto diversamente.
Dopo pranzo, una volta sparecchiato, Elena venne a sedersi sul divano.
Il signor Osvaldo, suo marito, guardava la tv senza badare a noi ma, naturalmente, ero imbarazzato e incapace di qualsiasi reazione, anzi, solo al pensiero sudavo freddo, come se mi si potessero leggere sul viso tutte le malefatte e i desideri segreti.
Dopo un poco lui si alzò e fece il caffè, con calma si avvicinò alla moglie che, obbediente, si lasciò stringere tra le braccia e anche baciare.
Li guardavo affascinato senza riuscire a staccare lo sguardo, deglutivo per la paura; ero incapace di provare gelosia, in quel momento desideravo solo liquefarmi e sparire attraverso lo scarico del lavandino.
Loro eseguivano una specie di danza.
I movimenti di Elena avevano qualcosa d’ipnotico, di fascinoso.
Ruotava il bacino, abbassandosi leggermente sulle ginocchia, e poi scattava verso l’alto all’improvviso, e poi ancora, e ancora, mentre io la spiavo di spalle.
Bloccato al mio posto, vidi Osvaldo che iniziava a spogliarla e a toccarla nelle parti intime, proprio come se io non fossi presente.
Lei sorrideva leggermente e, ogni tanto, mi guardava di sottecchi, sembrava mi volesse provocare. Nonostante la vergogna, il mio coso si fece durò ma non dovetti preoccuparmi di nasconderlo, ...