1. Villaggio di houer capitolo 4


    Data: 15/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    L’indomani giunse in fretta, troppo in fretta, e tutta la giornata sembrò scorrere a velocità supersonica e l’ora della vergogna e del dolore si avvicinò mio malgrado.
    
    “Gesù, aiutami tu, aiutami a resistere, fallo per me e per Joshua, noi ci amiamo e non facciamo del male a nessuno.”
    
    Dal soggiorno dove eravamo impegnati nei nostri studi cominciai ad udire l’andirivieni della signora madre tra la cucina e lo studio. Erano iniziati i preparativi per l’esecuzione, ma questa volta toccava a me e non a Joshua.
    
    Io guardavo il mio amato e lui mi sorrideva per farmi coraggio e muoveva le labbra: “Non aver paura!”
    
    Annuivo poco convinto del mio coraggio, ma consapevole del nostro amore.
    
    Ad ogni secondo le mie preghiere si facevano sempre più ansiose e ripetitive: “Gesù aiutami tu, aiutami ti prego, fammi sopportare il dolore, fammi essere coraggioso, che Joshua possa essere orgoglioso di me…”
    
    Nella casa del Pastore, il mio signor padre, ogni cosa aveva il suo posto e solo quello; tutto era sorretto da regole fisse e immodificabili, cadenzato da orari ben stabiliti e certi. C’era un posto preciso per studiare e un modo, uno solo per conservare i libri, un’ora precisa per i pasti, per studiare, per giocare e per le punizioni.
    
    Per queste ultime, l’ora stabilita era mezzora dopo il tramonto e non si scappava.
    
    Il sole tramontò e questo era il segno che si stava approssimando il momento, mancava proprio poco. La porta da un momento e l’altro si sarebbe aperta e la ...
    ... signora madre mi avrebbe chiamato.
    
    Eppure i rumori dal corridoio tacquero, la signora madre entrò si nel soggiorno, ma per sbrigare dei lavori di cucito.
    
    “Gesù, hai ascoltato le mie preghiere, sono stato perdonato, il signor padre ha voluto solo farmi un po’ paura, dimmi che è così.”
    
    Il tempo trascorse, la mezzora fissata dalle regole fu sorpassata di molto e nulla accadde.
    
    “Sono salvo!”
    
    La signora madre era intenta a cucire e dalla porta potevo vedere come il corridoio fosse stato inghiottito dal buio.
    
    “Sono stato graziato, Gesù?”
    
    L’orologio a pendolo suonò le sei e tutto taceva.
    
    Volsi lo sguardo sorridente e felice verso Joshua e lui mi rispose con un sorriso di felicità.
    
    “Joshua, mi aiuti a piegare il lenzuolo?” si udì dire alla signora madre.
    
    “Certo, signora madre.”
    
    Joshua si alzò dalla sua postazione e si avvicinò alla signora madre.
    
    “Posso aiutarti anche io?” le chiesi.
    
    “Certo, Mark, grazie.”
    
    Ero contento di essermela cavata con un grosso spavento, mi sentivo alleggerito del peso. Partecipai con gioia al lavoretto, anzi dissi:
    
    “Signora madre, ci pensiamo io e Joshua.”
    
    “Va bene, Mark.”
    
    Io e mio fratello piegammo il lenzuolo scambiandoci sguardi e sorrisi. Anche lui era felice per me per non averle buscate.
    
    “Ecco, signora madre, il lenzuolo è pronto.”
    
    La signora madre ci ringraziò dell’aiuto datole mentre dal corridoio si udì il rumore di una porta che si apriva e di un’altra che si chiudeva.
    
    “Sei stato bravo, Mark ...
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