Villaggio di houer capitolo 4
Data: 15/10/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: prossi, Fonte: Annunci69
... e di tutte le parti del corpo con le mani fino a dove esse potevano giungere.
Cambiammo posizione, lui bocconi ed io sopra e ancor più libero nei movimenti di cercar il piacere e di darglielo. Anche lui ora non parlava più benché dalla sua bocca come dalla mia sgorgassero gemiti di piacere.
Mi sollevai sulle mani e, in quella posizione, raggiunsi il massimo della potenza; il letto ballava un po’, ma non me ne preoccupai, il piacere stava giungendo all’apice.
L’orgasmo arrivò impetuoso, spinsi a più non posso e, nonostante ebbi il timore di fargli del male, non mi trattenni neanche un po’.
Lui fortunatamente nel mentre mi disse: “Vienimi tutto dentro, amore” ed io mi tranquillizzai e mi abbandonai del tutto all’impeto. Svuotai il mio nettare a flotti tumultuosi; percepivo la copiosità della linfa vitale dal suo scorrere denso lungo il cazzo. Non li contai, ma forse arrivai a sette flotti, furono tanti, ma fui deluso di non poter continuare ancora per molto più tempo, ma anche il piacere più sublime ha un suo termine e sfinito mi accasciai su di lui la cui mano cercò e trovò la mia per stringerla in un patto tacito di amore eterno.
Poggiai la testa con la guancia sulle sue spalle con la mente invasa da un senso innaturale di beatitudine e di felicità, che non era data solo dal piacere carnale o sessuale, da quell’orgasmo incredibile che avevo provato. Era una beatitudine imprescindibile da un sentimento di immenso amore nei riguardi di Joshua e tanta più intensa ...
... e carica di significato per il fatto di essere in netta contrapposizione alla sterilità dei rapporti che contraddistingueva la vita sociale degli abitanti del villaggio e dei rapporti tra i componenti della nostra famiglia. Quella beatitudine sembrava un miracolo e quel miracolo era opera di Josh. Le lacrime scivolarono giù, ma erano lacrime di felicità. Bagnarono le spalle di Joshua che intuì e capì il mio stato d’animo. Non disse nulla ma mi strinse la mano più forte.
“Ti amo, Joshua.”
“Domani ci scambiamo le parti, va bene?”
“Si.”
“Ti va di farlo adesso?”
“Ti dispiacerebbe se lo facciamo domani, adesso ho tanta voglia di piangere.”
“Ok, allora piangiamo assieme, se sono lacrime di felicità.”
“Oh, Joshua, sono tanto felice.”
“Vuoi dormire così, sopra di me?”
La domanda mi fece sorridere, ne colsi il senso ironico. Lui mi sorreggeva, ma, certamente, non ero un peso da poco, ma soprattutto afferrai quel senso della comicità della sua battuta. Non eravamo abituati né al senso dell’ironia né della comicità e quella battuta di Joshua, il modo naturale con cui la disse, me la fece scoprire. Non avrei potuto impararla che da lui.
Tenni il cazzo dentro di lui fino a quando non perse la sua turgidezza e sentii il suo ano stringermi la cappella ed espellerla. Patii quel momento, era quello dell’abbandono, l’amara verità che tutto, per quanto fantastico, ha fine e, forse, anche il nostro amore era destinato ad una fine un giorno.
“No, mettiamoci comodi ...