1. Villaggio di houer capitolo 4


    Data: 15/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi, Fonte: Annunci69

    ... abbondantemente l’indice ed il medio e poi, capii, si unse il buchetto.
    
    “Adesso spingi, Mark.”
    
    Ero eccitatissimo e ansioso di far bene. Non ero così stupido da non capire cosa stesse succedendo anche se non avrei mai immaginato di arrivare a tanto con mio fratello, stavo penetrandolo. Avevo paura di non essere capace, di fallire, ma, in realtà, avevo solo tanta voglia di farlo e mi chiedevo quali sensazioni avrei provato, quali emozioni avrei saggiato.
    
    Lui guidava con la mano il mio cazzo verso il suo buco ed io spingevo al suo comando. Sembrava impossibile varcare la sua intimità, trovavo opposizione, ma egli si insalivò ancora il buchetto e ciò che sembrava impossibile si avverò e sentii il cazzo farsi strada lentamente dentro la sua galleria calda e protettiva. Lui non aveva più bisogno di guidare il mio cazzo che aveva trovato la strada, ma saggiamente, si preoccupò che, preso dalla foga, non ne lasciassi una parte fuori.
    
    “Ancora, Mark, fallo entrare tutto.”
    
    “Si, Joshua.”
    
    “Ecco, bravo, così.”
    
    “È tutto dentro?”
    
    “Si, adesso vai avanti e indietro piano, ti dico io quando puoi forzare, va bene?”
    
    “Si, ma…”
    
    “Cosa?”
    
    “Ti faccio male?”
    
    “Male?... per niente, Mark e tu?”
    
    “Mi sento in paradiso.”
    
    “Poi ci scambiamo le parti, ti va?”
    
    “Si.”
    
    “Adesso spingi piano, ok?”
    
    Benché mi sforzassi di spingere piano tendevo istintivamente a forzare. Rallentavo per un po’ per poi riprecipitare nella foga. Il maschio che c’era in me si stava ...
    ... liberando, più spingevo e più volevo spingere, più gli entravo dentro e più in dentro volevo arrivargli.
    
    “Ti faccio male?”
    
    “No, Mark, adesso puoi forzare.”
    
    “Joshua, è bellissimo.”
    
    “Ti piace?”
    
    Quel “Ti piace” non era esaustivo del mio stato emotivo, a meno che non si riferisse anche ai miei sentimenti.
    
    “Si, ti amo, grazie.”
    
    “Non dirmi grazie. Lo sai che ti amo anche io.”
    
    Giuro che lo chiavai come un torello, con amore, ma con immensa forza, e lui non si lamentò anzi, ad un certo punto mi chiese di spingere di più.
    
    “Sei bravo, Mark, hai imparato in fretta. Spingi, amore mio, te lo meriti.”
    
    Io non riuscivo a parlare, ero troppo concentrato a scoparlo e a gustarmi l’amplesso e la mia imprevista forza virile. Le nostre pelli scontrandosi emanavano un suono dolce e sensuale e il gelo della notte fu sconfitto dal fuoco del nostro amore, il sudore sgorgava e andava costituendo un film sottile tra i nostri corpi che non ci divideva ma ci incollava.
    
    Gli baciai il collo lungo e sensuale che emergeva dalle sue spalle quasi da uomo e colsi nella penombra che il suo viso aveva assunto le fattezze tipiche del piacere sublime: gli occhi semiaperti, la bocca dischiusa. Un soave suono di dolcezza si liberò dalla sua bocca. Avrei pensato che in quella situazione fossi io solo a godere e lui a soffrire forse un po’, ma mi avvidi invece che il suo godimento non era inferiore al mio e, allora, mi sentii ancor più libero di affondare i colpi, di lisciarne la pelle del sedere ...