Villaggio di houer capitolo 4
Data: 15/10/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: prossi, Fonte: Annunci69
... regola della casa del Pastore.
Dopo la cena ossia il digiuno, io e Joshua riprendemmo a studiare in attesa che il pendolo segnasse le dieci. Quella era l’ora di andare a dormire.
Come da copione, salutammo il signor padre in ordine di età da Joshua alle sorelline e quando avemmo il permesso ci recammo nelle nostre camere. Di solito i nostri genitori si attardavano un’altra mezzora in soggiorno e poi andavano a dormire anche loro. Quando il pendolo suonava le undici, le luci della casa dovevano essere tutte spente.
Quella sera la luna si affacciò dalla finestra illuminando la nostra camera. Vidi Joshua alzarsi dal letto e avvicinarsi al mio. Aprii le coperte per accoglierlo e coprirlo dal freddo. Avevamo dovuto aspettare tutto quel tempo per abbracciarci e piangere insieme l’uno sul petto dell’altro.
“Sei stato bravo, Mark!”
“Ho pianto, Joshua, non ce l’ho fatta.”
“No, amore mio, hai resistito tanto. Sono orgoglioso di te.”
“Vuoi sentire i segni che mi ha lasciato?”
“Si, lascia che ti massaggi adesso io le ferite.”
“Ahi!”
“Scusa… Povero amore mio. Io l’ho odiato.”
“Chi?”
“Il signor padre.”
“Non parliamo di lui, ti prego, mi fa star male.”
“Si, hai ragione, abbracciamoci.”
“Voglio baciarti.”
Ci avvolgemmo nelle nostre carezze e nei nostri baci e dimenticammo il signor padre ed io anche le ferite ed il pianto. Adesso stavamo assieme e dovevamo essere felici. Sarebbero arrivate altre punizioni, ma adesso dovevamo essere ...
... felici.
“Stasera meriti un premio” mi disse.
“Cosa?”
“Aspetta e vedrai.”
“Sono curioso…”
Joshua infilò la testa sotto le coperte e discese in apnea. Non potevo vedere più il suo viso per quanto un’ombra nel buio, ma bensì potevo scorgere la sua sagoma cercare la posizione giusta sotto le coperte, la forma della sua testa sistemarsi all’altezza del mio pube, le mani vagare all’interno del mio pigiama sulla mia pelle per poi far scivolar giù i pantaloni e su il maglione lasciando gambe e petto nudi. Potevo sentire la brezza delle sue carezze che spirava per tutta la lunghezza del mio corpo, dai capezzoli ai piedi, una mano che si allungava fino alle caviglie, l’altra che ogni tanto fuoriusciva all’aperto bramando il mio viso mentre le sue dita cercavano un varco tra le mie labbra. Ero ancora grezzo e inesperto per rispondere con sapienza, ma proprio per questo, quelle novità facevano schizzare la mia eccitazione. Avrei potuto socchiudere le mie labbra e trattenere le sue dita tra esse, succhiarle, leccarle, ma la mia mente non aveva ancora le malizie dell’età adulta. Mio fratello conosceva già alcune finezze della sessualità e me ne faceva partecipe e fruitore; il suo obiettivo non era quello di stimolare il mio corpo per produrre in esso piacere fisico, il che sarebbe stato poca cosa, ma liberare la mia anima dalle caverne nelle quali ignoranza e oscurantismo l’avevano segregata e sedata, farmi scoprire di avere in me uno spirito caldo come il fuoco, volitivo, capace di ...