Galeotto..... fu il telefono 2
Data: 23/04/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: sicilturiddu
... fu così, sotto il lavabo c’era una cassettiera in plastica, con quattro cassetti personalizzati col nominativo uno per ognuno: dal’alto verso il basso LUANA – SANDRO – ILARIA – MIRKO, tentai di spostarla, era abbastanza pesante, ma dovevo spostarla perché era l’unico punto che non avevo ispezionato per trovare il rubinetto d’arresto. La sollevai un pochino da terra, ma i cassetti scivolarono giù in mezzo all’acqua, c’era dentro di tutto: forbicine, pettini, spazzole, pinzette, phon, assorbenti, alcool, cotone idrofilo, acqua ossigenata, cerotti, bastoncini cotonati, carta igienica, qualche giocattolo dei bambini, ed un “oggetto” avvolto con carta che a contatto con l’acqua si aprì in bella vista. Lei precipitosamente si chinò per raccoglierlo, non poté inginocchiarsi per non bagnarsi ancora di più, ma abbassandosi piegando le ginocchia con la schiena dritta, mise in bella vista la sua figa. Non persi un solo attimo a girare gli occhi senza ruotare la testa; mi deliziai a guardare un cespuglio nero sopra le grandi labbra, era depilata con quel ciuffettino sul monte di Venere, quel copricostume era diventato un “belvedere di fica depilata”, non mi scostai gli occhi fino a quando Lei non incrociò il mio sguardo. Accennai una smorfia con la bocca e gli occhi per trasmettergli che non potevo non guardare la miglior parte corporea di Lei; rimasi impalato anche se dentro ero accaldato nonostante i piedi ammollo. Lei strinse le gambe, andando subito a coprire con le sue mani quello ...
... ”oggetto”, ma quando lo prese in mano, con la carta ormai sciolta, venne fuori ciò che non mi sarei mai aspettato. Un dildò della lunghezza di circa 25 cm e del diametro stimato di 6 cm, di color carne abbastanza nervato ed il tappo rosso per le batterie. Lei non disse nulla, mi guardò negli occhi, e contemporaneamente scuotè il capo. Abbassai gli occhi e li direzionai nuovamente sotto il copricostume. Non potei trattenermi di cogliere l’occasione per aprire il discorso interrotto qualche giorno prima al telefono, le dissi: “complimenti ILARIA, vesti così sempre di rosso, il colore della passione, della nudità, della trasgressione”, mi rispose: “Si il rosso è il colore del fuoco, quello che ho dentro io e che non riesco mai a spegnere”. Io rimasi basito, non seppi darle né una conferma né una smentita. Mi girai e vedendo che al muro sotto il lavabo dove era accostata la cassettiera c’era ciò che cercavo da qualche minuto. Girai la leva verso destra e di colpo l’acqua cessò di fuoriuscire. Io ero sudato e mi sentivo alla schiena una vampata di fuoco che mi attraversava dalla nuca al fondoschiena. Avevo raggiunto lo scopo di chiudere l’acqua; ma anche quello di parlare di sesso con ILARIA, anche se solo un primo approccio lo avevo avviato. L’acqua pian pianino scendeva di livello, grazie ai fori di deflusso che erano sulle due porte che danno sulla veranda ed una che da sull’uscio di casa. Il mio cruccio era quel dildò che ILARIA ancora teneva in mano, avvolto (tanto per dire) ...