Villaggio di houer capitolo 10
Data: 24/04/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: prossi
... sogno perdendo il senso della realtà, sbandando dalla la retta via. I miei occhi si posavano su troppi corpi bellissimi e ricchi di prospettive per rimanerne sempre indifferenti e riuscire a resistere alla tentazione di farli propri, di desiderare nuove avventure, romantiche storie d’amore. Una smisurata voglia di marchiare il corpo altrui con il mio corpo s’impadroniva viepiù e la lista dei candidati si ingigantiva di nomi. Josh non era più esaustivo, spesso me ne dimenticavo l’esistenza e quando mi ritornava in mente era per sentirmi in colpa e, allora, avrei desiderato ripagare lo smarrimento con dieci colpi di verga inferti con tutta la violenza possibile dal mio signor padre per ritornare in me.
Lola e Jonatha erano troppo belli ed era una gioia osservare con quanto amore i loro occhi si posassero gli uni sugli altri, come si cercassero e si trovassero. Ed era magico il modo in cui con spontaneità cercarono fin da subito di farmi entrare in sintonia con essi, come i loro occhi mi cercassero e si facessero trovare. Ci parlavamo senza emanare suoni, se non esclamazioni di gioia.
Fortunatamente arrivò Patrick a distogliermi mentre il cazzo all’interno della patta si era fatto duro e caldo. Patrick bevve una sola tazza di caffè e dopo mi disse di seguirlo nel suo laboratorio. Era questo realizzato nella mansarda della casa, pieno di luce che entrava da ampie finestrature; da una parte le attrezzature di lavoro, dall’altra uno scenario: un letto con una coperta ...
... color porpora sopra dei lenzuoli indaco, altri mobili attorno insignificanti.
Avevo avuto modo di conoscere Patrick durante le nottate passate nei locali. Anche lui li frequentava, ma non più come una volta, mi aveva detto una volta, e non tanto perché ne era attratto, anzi tutt’altro; egli sopportava stizzito quell’atmosfera di spropositato divertimento e di cultura di facciata.
“È solo un mercato della carne” diceva, un luogo di appuntamenti, di patti e scambi di affari e di prestazioni; ed erano gli affari a portarlo lì, a prendere incarichi da parte di ricchi uomini e donne che da ogni parte del mondo arrivavano a Berlino e si spacciavano per amanti ed intenditori di arte o gente di cultura solo perché potevano dire di aver comprato un suo quadro o per aver stretto la mano a qualche scrittore di grido. Un puritano, Patrick era un puritano, ma nulla a che vedere con il mio signor padre, un uomo educato, garbato, dedito alla famiglia.
“Allora, Mark, se vuoi, iniziamo subito. Puoi spogliarti dietro quel paravento, se credi o puoi farlo anche qui, per me non ci sono problemi.”
“Un uomo sul quale rimanevano tracce di una sfolgorante bellezza giovanile depauperata dal tempo, dalle bocche fameliche dei suoi quattro figli e dalla vanità di una moglie ancor giovane e mai sazia di vestiti e gioielli”.
Questa era l’immagine che Josh dava di Patrick e così egli mi apparve. Professionalmente impeccabile, distaccato e imperturbabile, assistette al mio denudamento, che ...