1. Villaggio di houer capitolo 10


    Data: 24/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    ... alcuno, senza lasciarsi pregare, senza sentirsi umiliato, con gioia anzi, con goduria, con riconoscenza infinita.
    
    Patrick, però, rimaneva concentrato sul suo lavoro e non dava sazio alle mie smanie seduttrici, ma era solo la prima giornata di lavoro e di tempo ce n’era.
    
    Quella sera chiesi a Josh di incularmi mentre ero disposto proprio in quella stessa posa. Per la prima volta, feci l’amore con lui pensando però ad un altro uomo: Patrick. Non me ne fregava proprio nulla di quell’uomo, troppo più grande di me e, in definitiva, di una bellezza insignificante rispetto a tanti miei pretendenti e, soprattutto, a Josh; inesistenti i miei sentimenti nei suoi riguardi, ancora incollati su mio fratello. Ma il fatto mi turbò, era la conferma di un cambiamento nel mio rapporto con Josh, non più esclusivo e certo. A casa, al villaggio, il mio mondo era costituito solo da me e Josh, racchiuso, isolato, senza dubbi, certo, indistruttibile, senza minacce. A Berlino, il mondo, d’un tratto, si era espanso, mi si era presentato ricco di offerte, vario di occasioni, ma non avevo compreso quanto il mio amore per Josh fosse messo in discussione da minacce palesi, giornaliere. Nei primi tempi, avevo usato la mia irresistibile bellezza per prendermi gioco di chi da questa mia bellezza era attratto fatalmente, ma ora il gioco si stava facendo pericoloso soprattutto perché facevo troppo affidamento sulla mia impassibilità. Non era certo Patrick paragonabile per bellezza e fascino a molti ...
    ... ragazzi, uomini e donne di cui avevo subito il corteggiamento, ma, tuttavia, era la sua indifferenza a stimolare ulteriormente la mia vanità, ad accrescere la mia frustrazione e a fare esplodere la mia superbia che non poteva sopportare l’idea che un uomo non fosse minimamente interessato a me, alla mia bellezza, al mio corpo.
    
    “Josh, a volte penso a casa nostra”.
    
    “Anche io ci penso.”
    
    “Cosa?”
    
    “Alle sorelline. E tu?”
    
    “Penso a quanto tutto fosse più semplice.”
    
    “Era una noia, io qui sono rinato.”
    
    Avrei voluto urlargli: “Josh, aiutami, ti sto perdendo, mi stai perdendo” ma non ne ebbi il coraggio.
    
    Avevo rinunciato alla vita nei locali per svegliarmi presto la mattina e arrivare presto a casa di Patrick, a casa di Lola e Jonatha.
    
    Il ragazzino dopo un paio di giorni capì i miei orari e cominciò a venirmi incontro sulla strada per fare insieme l’ultimo tratto e farmi premura che sua madre, Lola, aveva già preparato la colazione. Jonatha era della stessa sostanza della madre, estroverso e affettuoso, di una dolcezza sconvolgente. Egli prese a trattarmi come un fratello e non lesinava di regalarmi i suoi deliziosi sorrisi e i suoi generosi abbracci. Egli mi entrava nell’anima di cui sembrava avere tutte le chiavi, ma io, da parte mia, gli lasciavo le porte aperte da quanto di quell’affetto avessi ancora fame e sete da non saziarmi mai. Quel ragazzino era solare, come si poteva non innamorarsene?
    
    Lola e Jonatha mi fecero sentire in famiglia, come se fossi stato ...
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