1. Villaggio di houer capitolo 10


    Data: 24/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    ... sempre uno di essa ed io gioivo nello stare con loro due e mi rattristivo alla sera quando dovevo andar via, fremevo tutta la notte per rivederli all’indomani mattina.
    
    A rovinare tutto fu la mia smania di sedurre Patrick come se dovessi vincere una scommessa che avevo fatto con me stesso. Era una cosa balorda, ma più forte di me. La mia mente ondeggiava tra l’affetto per quella famiglia e la gioia che essa mi dava e l’insulso desiderio dei sensi.
    
    Una settimana di lavoro trascorse senza portare a casa i frutti della mia opera di seduzione e la frustrazione si era trasformata in una vera e propria ossessione. Ritornavo a casa con la smania di farmi inculare da Josh in quella posizione e di abbandonarmi all’immaginazione che dietro di me ci fosse Patrick avvinto e sconfitto. Volevo tenerlo nel palmo della mano e stritolarlo a mio piacimento e invece mi scivolava dalle mani, imprendibile.
    
    Nel’intervallo tra un periodo di posa e l’altro, Patrick mi concedeva dieci minuti di riposo mentre lui continuava a lavorare. Gli avevo chiesto se potevo dare uno sguardo alla tela, ma mi aveva risposto che non dovevo per nessun motivo poggiare le mie pupille sulla sua opera almeno fino a quando lui non avesse deciso che fosse terminata e che se mi fossi azzardato a spiare a sua insaputa mi avrebbe licenziato all’istante.
    
    Qualche volta capitava che si concedesse qualche minuto di riposo e si sedesse ai bordi del letto a discutere con me, ma i suoi discorsi erano lontani dall’essere ...
    ... il preludio di un tentativo di seduzione. Egli mi parlava come un uomo maturo parlerebbe ad un ragazzo, con tono paterno e bonario, prodigo di consigli e disponibilità di aiuto. Egli conosceva buona parte della vita mia attraverso il racconto che gli aveva fatto Josh, la vita nel villaggio, il rapporto con i miei genitori, le vergate, la fuga di Josh e poi quella mia, ma da quello che diceva compresi che non sapeva che io e Josh eravamo amanti, anche se sapeva della omosessualità mia e di Josh. Egli sapeva che io e Josh eravamo soli a Berlino, senza parenti e si preoccupava che potessimo cadere in tranelli o nella ragnatela di gente di malaffare. Berlino era tanto ricca quanto povera, da una parte una città felice e dedita al divertimento, dall’altra una città allo stremo in cui regnava la miseria.
    
    “Josh ha dato prova di essere veramente in gamba; in più di due anni che lo conosco non mi ha mai dato preoccupazioni, ha lavorato con me come aiutante con diligenza e serietà, poi ha scelto la musica. Per me andava bene, basta che la facesse con serietà. Sa suonare bene tuo fratello, ha dei fans.”
    
    “Si, lui è geniale, sa fare tutto – gli dissi – mi sorprende in tutto ciò che fa, impara presto e bene.”
    
    “E tu?”
    
    “Oh, neanche un decimo di quello che sa fare Josh, anzi, neanche quello.”
    
    “Non dobbiamo essere tutti geni. A volte la genialità è anche infelicità, meglio essere normali.”
    
    Non capii se fosse una consolazione o un complimento, ma, in definitiva era la verità. ...
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