1. La barista


    Data: 24/04/2019, Categorie: Etero Autore: benves

    Sono un avvocato rampante di 40 anni.
    
    Benestante.
    
    Sigle per scelta, pelato e cicciottello.
    
    Sotto al mio studio da un po di tempo hanno cambiato gestione al bar.
    
    Sono solito andare a prendere lì il caffè e pranzare.
    
    La nuova gestione si caratterizza dalla precedente perché gestita da persone giovani e dinamiche, con cui non ho trovato difficoltà ad instaurare un rapporto amichevole.
    
    Ultimamente poi hanno assunto del nuovo personale, tra cui spicca una ragazza mora, sui 20 anni, viso angelico, longilinea e con una quarta di seno, Linda.
    
    Il mio ormone maschile subito si è fatto sentire.
    
    Non potendo ricorrere alla bellezza per avere donne, ricorro al mio potere ed al mio portafoglio.
    
    Frequentando con assiduità il locale ed avendo un ottimo rapporto con i proprietari, non mi è stato difficile fare amicizia anche con lei.
    
    Il rapporto quotidiano si basa su banalità, anche se, per deformazione professionale, riesco a capire l'umore della ragazza, la quale resta (o fa finta di restare) sorpresa, quando mi rendo conto se è triste o felice.
    
    Nella via davanti a noi, c'è una palestra; inutile dire che il bar è frequentato da splendide figure sia maschili che femminili, e la mia presenza stona.
    
    Linda è corteggiatissima sia dai maschietti che dalle femminucce, per il suo contrasto tra il viso angelico e la sua femminilità prorompente. Lei risponde con educata amicizia a tutti gli avventori, anche se, dicono, abbia una relazione con un istruttore della ...
    ... palestra (beato lui).
    
    Linda inizia a far breccia nella mia mente, come un tarlo, costantemente...deve essere mia!
    
    Un mercoledì, scendendo per il pranzo al bar, la vidi particolarmente nervosa, rispondeva a scatti ai clienti, il suo abituale sorriso era sparito, i suoi occhi erano tristi.
    
    Preoccupandomi per lei, provai a domandare ma, fece di tutto per evitare il discorso.
    
    Il giorno stesso, verso le 16,00 suonarono alla porta del mio studio, la segretaria andò ad aprire e, sorprendentemente si presentò lei chiedendo di parlare con me.
    
    La feci accomodare nella mia stanza. Il suo odore mi riempiva le narici ed i miei occhi godevano della sua bellezza.
    
    La lasciai parlare, mi spiegò delle problematiche con il datore di lavoro che non la pagava da mesi e poi...iniziò a farmi delle confidenze. Per educazione e deformazione professionale ascoltai in silenzio. Al termine del suo sfogo (circa un'ora) mi chiese consigli.
    
    Espressi il mio parere, concordando con lei la strategia idonea per affrontare le problematiche esposte.
    
    Il rapporto professionale prese corpo ma, io miravo ad altro, anche se sapevo che non potevo contare sulla mia bellezza, quindi cercai di trovare altro modo per arrivare al raggiungimento del mio intento, scoparla !
    
    Passò altro tempo, durante il quale ci vedemmo sia in studio che nelle aule di tribunale, per le problematiche, fino a quando venne licenziata ottenendo un lauto indennizzo per merito mio.
    
    A quel punto fui io a convocarla in ...
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