La prima, calda estate di Mirko (III) - Il ciclo della sega
Data: 04/05/2019,
Categorie:
Masturbazione
Autore: mirko_polenghi@virgilio.it
... sì, arrapante. Sei “arrapante” mamma, anche se hai l'età che hai … sei bellissima ed eccitante. Io lo chiamo “il ciclo della sega”: quando hai quella voglia i pensieri si lordano di ogni porcheria possibile e sei disposto ad immaginare qualsiasi cosa pur di arrivare al momento clou nel modo migliore. Poi non fai nemmeno in tempo a pulire il casino, che i tuoi stessi pensieri di un minuto prima ti fanno rabbrividire e fatichi a pensare come tu stesso abbia potuto partorire certi abomini. Il pentimento dura veramente poco, perchè sei già pronto a superare il limite delle porcherie per la prossima sega. In quest'occasione il momento del “pentimento” è davvero brevissimo. Bastò il battito secco di un tacco a farmi drizzare nuovamente le antenne... e non solo. Mi piaceva il modo in cui si vestiva la mamma. Niente di esagerato, lei era una persona rispettabilissima e sposata, ma si vestiva in maniera molto femminile. Non di rado indossava abiti abbastanza eleganti, e non si faceva problemi a mostrare un po' di gamba o una scollatura che regalasse qualcosa allo sguardo. La porta della mia cameretta è aperta e l'avrei vista passare dandomi le spalle. Non ci volle molto. Sento i suoi passi leggeri poggiarsi sul marmo del pavimento facendo risuonare il sensuale rumore dei tacchi alti e la vedo passare davanti alla porta, voltarsi verso il corridoio e fermarsi a metà strada per raccogliere le sue cose dal mobiletto. Indossava un abito chiaro con il disegno di mille piccolissimi mazzi ...
... di fiori. Il vestito la copriva fino alle ginocchia e mostrava i suoi polpacci nudi e snelli, con la posa tonica che solo un paio di tacchi alti sanno donare. Adesso era tutto diverso. Non riesco a togliere lo sguardo dalla sua figura, soprattutto dalle gambe scoperte sotto il vestito. Mi rendo perfettamente conto che non c'è niente di particolarmente sensuale o di eccitante, ma lei stava involontariamente attirando la mia morbosa attenzione, ed ogni suo rumoroso passo caricava la mia curiosità. La mamma raccoglie un paio di orecchini e li infila, riflettendo la propria immagine sul piccolo specchio del mobile, poi ruotando il viso in tutte le direzioni controlla che il poco trucco utilizzato sia stato messo a dovere. Raccoglie le chiavi di casa e dell'auto, si porta la borsa sulle spalle e, voltandosi verso di me, dice: “Mirko, tesoro....io adesso esco. Torno per l'ora di cena. Sei sicuro che non ti serve niente ?” Risposi mentalmente che... sì mamma.. avevo bisogno di un paio di cosette molto particolari... ma dalla mia bocca esce un molto meno interessante “No, sono apposto. Vai tranquilla”. Un sorriso, poi vedo allontanare quei bellissimi polpacci, un passo dopo l'altro, verso la porta. Adesso ero solo. Qualche attimo e sento il motore della sua Panda accendersi. Prima, seconda e lentamente il motore si allontana dal mio orizzonte uditivo. Nemmeno il tempo che l'auto di mamma si allontanasse, avevo già di nuovo i pantaloni calati e una mano sull'uccello. Fu come un gesto ...