Enya l'incontro
Data: 06/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: geirliverani
... cedere. La sollevai come la bella addormentata e la depositai sul letto di nuovo fiondandomi in mezzo a quel tempio pagano: la lingua coadiuvata dalle mani che avevano spaziato sull’intero corpo, aggrappandosi come un naufrago ai seni, esplorò la promenade del piacere lungo il perineo anale, pelle delicatissima, odori pungenti come spezie e poi lo sfintere anale che penetrò con somma perizia. Con leggerezza stirò le pieghe, rilassando l’anello elastico e fu seguito dalle dita che consolidavano le posizioni acquisite, come le avanguardie sono seguite dal grosso delle truppe. Su richiesta di Enya, mi posizionai per un fantastico 69. La sua bocca dopo avere baciato le mie gambe mise a giocare col membro, prima il prepuzio, poi fu la volta del taglio che emanava un odore di maschio e il frenulo e il glande che lei titillava con colpetti di lingua, fino ad avvolgerlo in una calda guaina, come il fodero con il pugnale. Dopo scese lungo l’asta fino ai testicoli quasi a saggiarne la consistenza e a pesare il mio desiderio, un’ ardita e rapida leccata del mio buchetto concluse l’esplorazione orale. Dopo aver riacquistato le posizioni “naturali”, la penetrai in un colpo solo, deciso, come un affondo mortale in un duello, lei strinse i muscoli vaginali e poi mi bloccò con i talloni sui lombi, mentre le nostre bocche si scambiavano rantoli di piacere e saliva. Era piacevole sentire il mio odore sulle sue labbra, mentre il tepore della sua vagina che mungeva il mio membro saliva dal suo ...
... grembo procurandomi scosse elettriche. Ma non volevo inondarla e allora ripresi le redini del gioco approfittando della debolezza crescente che gli orgasmi le procuravano infittendosi e ampliandosi come i marosi in un mare in tempesta. La rivoltai mettendola a pecorina e le coprì gli occhi con una benda mentre le mai incrociate sul dorso venivano bloccate da una corda. Sembrava una prigioniera in un interrogatorio che certo non rientra nei canoni di Amnesty International. La parte sadica di entrambi venne esaltata dal gioco, e così mentre lei mugolava, accondiscendente e i suoi succhi ormai ricoprivano le grandi labbra carnose, la mia lingua come il cammello di Lawrence d’Arabia attraversava il deserto candido del sedere alla ricerca dell’oasi anale dove placò la sete immergendosi trionfante e prepotente nel suo sfintere. Le mani che avevano torturato i seni stringendo i capezzoli, vennero da puntello, nell’opera preparatoria, infilandosi in numero crescente nel buco nero dove, come nella fisica sparivano ingoiati dal suo corpo. Lei aveva capito e cercava di impedire la capitolazione, in modo non convinto, visto che il petto era sconquassato dalle ondate di piacere. Mi posizionai dietro di Lei, la punta sembrò prendere le misure come un calciatore sul dischetto sta preparando il calcio di rigore e dopo che le mani si abbrancarono all’ancora dei fianchi la penetrai. Sentì la pelle tendersi, fu quasi sul punto di lacerarsi, epoi fu inghioiato come fa il pitone con la preda. Le ...