Sviluppi imprevisti - barcellona (1)
Data: 06/05/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: crigio
... hic!...”.
“Sei un vigliacco!”, lo insulta il gigantone. “Vattene prima che faccia qualcosa di cui pentirmi!”, e alza il braccio per sferrargli un altro colpo.
“NO!”, lo fermo. “Non vedi che è ubriaco?”.
“E chi se ne fotte! Vattene via, stronzo!”, e lo spinge verso la porta. La apre, lo butta fuori e gliela richiude in faccia.
“Ma… e se prende la macchina e ha un incidente?”.
“Ti ho detto che non è affar mio! Vagli dietro, ce ci tieni tanto!”.
“Non fare il geloso, adesso! Sono seriamente preoccupato per lui!”, e corro a riaprire la porta, ma Knut non c’è già più. Rientro, mi affaccio alla finestra e lui è appena salito in macchina. Sgomma e sparisce oltre il fondo della strada. “Merda! Devo chiamare Pino! Devo dirgli in che condizioni è!”.
“Ah, sì! Visto che ci sei digli pure che c’ha provato con te!”.
Ha ragione! Pino mi chiederà perché è ubriaco… che cosa è successo… e che gli rispondo? Desisto. Metto giù il cellulare e sospiro. Enrico mi viene alle spalle e mi abbraccia forte.
“Scusami! Stai bene?”, mi chiede, preoccupato.
Mi volto e rispondo: “Sì, sto bene”. Ci baciamo.
“Allora: che si mangia?”, mi chiede come se nulla fosse successo.
Nel sonno sento un trillo. Mi sveglio. Il cellulare si illumina ad intervalli regolari. Lo prendo: il display dice “Pino”.
“Cazzo! Che sarà successo!”. Mentre rispondo, Enrico si sveglia anche lui e si gira.
“Ehi, ma che è?”.
“Pronto! Pino!... Sta’ calmo, dai!... Che cosa!... Ma no, non ci credo… ...
... Dai, non fare così…”.
“Passamelo! Ci parlo io!”, mi fa Enrico.
Con la mano sul microfono gli sussurro: “Dice che Knut lo ha mollato!”.
“Dammi qua!”, e afferra il cellulare.
“Amico, che succede?... Ascol… aspè, ascol… non fare così… Ascolta: arriviamo!”. Mette giù e inizia a vestirsi. “Devo andare da lui. Non lo lascio solo in un momento come questo!”.
È il mio Enrico: generoso, altruista, sempre presente. Mi avvicino a lui e lo abbraccio. “Ti amo, sai… Perché… perché sei così come sei…”.
Mi sorride: “Dai, vieni con me!”. Indosso la prima cosa che trovo. Usciamo, saliamo in macchina e ci dirigiamo verso casa di Pino. Lo troviamo in uno stato pietoso: in casa sembra che sia passato un tornado. Conoscendo la sua intemperanza posso immaginare che siano volati coltelli quando Knut gli ha detto che lo lasciava. Enrico si siede accanto a lui sul divano e lo stringe a sé.
“E’ un bastardo… sniff!... un bastardo!...”, piagnucola. “Ah, ma io lo so perché! C’è un altro, ne sono sicuro!”.
Enrico mi fissa. Senza farsi sentire da Pino, sibila: “Dobbiamo dirglielo!”. Faccio di no con la testa, ma non riesco a dissuaderlo.
“Amico, ascolta. Hai ragione: c’è qualcun altro”.
“E tu che ne sai? Non sarai mica tu?”.
“No… no… ma figurati!”.
“E allora chi?”, chiede isterico. Enrico alza lo sguardo verso di me e il biondino ne segue la traiettoria. “TU??!! BRUTTA TROIA!!!”, urla e si avventa contro di me.
“FERMO!”. Enrico riesce ad afferrarlo per la maglia prima ...