Non ragioniamo di loro 3
Data: 07/05/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: miriana
... letteralmente sedotta, lo abbracciai e lo baciai con impeto esagerato, tanto da lasciarlo quasi senza respiro. Dalla tavola al letto il tragitto divenne così tortuoso da sembrare un labirinto in piena regola. Dopo il lungo bacio che aveva impegnato a fondo le nostre lingue, Tore si era inginocchiato lentamente di fronte a me, mi aveva abbassato il pantaloncino di filo che uso come pigiama estivo, liberandomi la vagina, ed aveva iniziato a separarmi i peli del pube con la lingua molto lentamente, fino a quando aveva raggiunto le mie grandi labbra, divaricate allo stesso modo, e il clitoride, secernente umori tanto intensi da indurmi a raggiungere il primo orgasmo. Dopo di che mi aveva rivoltata, messa alla pecorina a mezzo busto sul tavolo, ancora apparecchiato, e aveva nuovamente adattato la sua lingua fra le mie gambe divaricate ampiamente da me stessa, desiderosa di sentirlo leccarmi, con tutta la sua maestria, sentirmi penetrare da quel fioretto che aveva in bocca fino a raggiungere di nuovo un piacere che dire stratosferico, è sminuire tragicamente il godimento ricevuto. I preliminari erano continuati sul tappeto persiano che avevo nel corridoio che portava al bagno, e più in là, nella mia camera da letto. Lui, lì, si era sdraiato supino, mi aveva attirata su di se e, con la mano, aveva guidato il suo attrezzo dentro la mia vagina fino a penetrarla a fondo. Solo in quel momento notai che la misura del suo membro, era precisa alla profondità del mio sesso, e anche come ...
... circonferenza. Mi impegnava con completezza …, e anche un briciolo in più, quel tantino oltre che ti invoglia a suggerirgli: “ Dai, su, rompimi, spaccami tutta ! ” supplica che, chissà perché, a noi donne viene spontanea, e che eccita in modo particolare l’uomo che ti sente dire tali amenità. La terza tappa del tour, si svolse in bagno, accolti dalla capiente vasca colma di acqua tiepida, dove Tore mi obbligò a succhiarlo trattenendomi la testa sotto acqua per tempi da soffocamento, facendomi provare per la prima volta una diversa pratica che, da sola, mi eccitò tanto da farmi godere senza neppure avere bisogno di toccarmi. Nel letto poi, Tore, era stato, a dire poco, fantastico. Aveva iniziato a leccarmi le dita dei piedi, uno per uno, poi le caviglie, ed in fine, i polpacci, mordicchiandoli leggermente, qua e là, infondendomi stimoli che non so spiegare a parole. Poi, era passato ai femori, alle anche, senza soffermarsi sul mio sesso, che aggirò con maestria, per raggiungere lentamente l’ombelico, che aveva carezzato a lungo con la lingua e succhiato come se la sua bocca fosse una ventosa, mordendo in modo lievemente doloroso il fiorellino da cui, a suo tempo, suggevo la vita. Quando poi arrivò sul seno, l’armonia impostami dalla sua bocca, tutti gli accordi che applicò alle corde della mia sensibilità mammaria, sciolsero ogni minimo dubbio che potevo ancora avere nei confronti del mio novello amante. Era lui …, Eros in persona, il Dio del piacere assoluto, il vero maçò che ...