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Analisi matematica
Data: 09/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: DanaB
Analisi matematica per me era un osso veramente duro. L’avevo gia dato due volte con pessimi risultati. Dopo il secondo fallimento, durante l’estate decisi di farmi aiutare per la sessione autunnale. Mi consigliarono un vecchio professore. Si diceva che fosse molto bravo. Dava lezioni non per bisogno ma per passione. Abitava poco distante da casa mia. Un palazzo signorile anteguerra. Quando arrivai da lui ero molto intimorito. L’ambiente era molto austero. Lo studio dove mi accolse era rivestito completamente di librerie di noce. Il professore era un uomo sulla settantina di media statura un po’ appesantito e il viso molto segnato. Aveva una folta capigliatura bianca poco pettinata. Mi fece accomodare e mi chiese di esporgli il mio problema. Gli spiegai che avevo bisogno di qualche lezione per potermi preparare adeguatamente all’esame di analisi matematica. Mi disse che per dare una ripassata al programma, ci volevano una ventina di ore almeno e mi disse quanto prendeva. Io accettai e gli chiesi quando potevamo cominciare. Lui mi disse che quel pomeriggio potevamo fare una chiacchierata. Cosi lui poteva conoscere a che punto ero. Mi chiese se volevo un caffè o qualcosa da bere. Gli dissi che un’aranciata sarebbe andata benissimo. Mentre bevevamo lui mi chiese molte cose. Molte inerenti la materia ma poi divagò e mi chiese che interessi avevo, cosa mi piaceva, che hobby praticavo. Fin da quel primo incontro mi accorsi che mi guardava con un certo ...
... interesse. So benissimo di avere un fisico molto delicato che turba certi uomini, per cui mi è diventato automatico osservare come mi guardano. La cosa non mi dispiaceva affatto. Suscitare interesse negli uomini è una cosa che stuzzica la parte femminile che è in me. Una parte di me che da un po’ di tempo però stavo cercando di reprimere. Le attenzioni di quel vecchio fecero si che la parte femminile che era in me riprendesse il suo predominio. Al secondo incontro ebbi la certezza che lo turbavo. La cosa mi stuzzicava e mi spinse a dare sfogo al mio piacere di civettare. Dalla lezione successiva comincia a vestirmi in modo da stuzzicarlo. Jeans strettissimi che mi evidenziavano le natiche che facevo in modo di fargli avere sempre sotto gli occhi e maglioncino di lana grezza a pelle. Anche se cercava di controllarsi si capiva benissimo che lo turbavo. Alla fine della lezione mi accompagnò alla porta guidandomi lungo il corridoio con una mano sulla vita. Era un gesto che poteva sembrare naturale, un gesto paterno, ma non lo era. Sentivo la mano calda e nervosa quasi carezzarmi . Io feci finta di nulla cercando di non mostrare troppo che quella mano mi dava una sensazione di piacere. Quando ritornai per la lezione successiva, dopo avermi fatto entrare mi guidò verso lo studio e mentre mi chiedeva se avevo studiato mi teneva una mano su un fianco ed io camminai appoggiato a lui. Arrivati davanti la porta dello studio non potendo passare appaiati lui mi fece andare avanti ...