1. Abuso in auto


    Data: 10/05/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Ricky23

    ... appendere un cappello.
    
    Ripongo il coltello in tasca e mi rollo un'altra sigaretta mentre lei resta immobile, cosciente che non deve assolutamente muoversi se non lo dico io.
    
    "Apriti la figa."
    
    "SI PADRONE."
    
    Con entrambi gli indici dischiude le grandi labbra, liberando un rigagnolo di umori che vanno a depositarsi sul sedile di guida, mi fissa, orgogliosa del suo peccato.
    
    Le infilo subito tre dita nella figa, violentemente, è vergognosamente fradicia.
    
    Il suo sguardo torna ad essere remissivo. Bene. Mi porto le dita grondanti umori alla bocca, ed assaggio il suo sapore: sa di giovinezza, sa di femmina, sa di buono. Appallottolo quel che resta del perizoma che ho ancora in mano, e glie lo infilo nella vagina, quindi finalmente mi posso distendere sul sedile del passeggero.
    
    "Puliscimi la cappella con la lingua, ma bada bene a non succhiarmela."
    
    "SI PADRONE, NON VEDO L'ORA."
    
    Mi apre i jeans ed estrae il cazzo ormai totalmente rosso di eccitazione, lo scappella lentamente, gustandoselo prima con gli occhi, e poi con la lingua, andando a rincorrere le gocce di liquido pre-spermatico che scendono inesorabili lungo la verga pulsante. La lascio leccare per un po’ contenendo a fatica la voglia rabbiosa che si sta impossessando di me.
    
    "ORA E’ PULITO PADRONE, POSSO SUCCHIARLO?"
    
    "Non ancora ingorda, ora voglio che ti ingozzi da sola, vediamo se oggi hai imparato qualcosa."
    
    "SI PADRONE."
    
    Spalancata la bocca si tuffa sul mio cazzo, lo sento sbatterle ...
    ... sul fondo della gola, ma la curva dell’esofago le impedisce di infilarselo totalmente dentro. Si sforza, si affanna, ma non ci riesce. Si stacca da me per riprendere fiato, non ha il coraggio di guardarmi negli occhi, sa che mi ha deluso.
    
    "Continua" le ordino.
    
    Lei torna ad ingozzarsi di me, ma come prima senza risultato. Le afferro la testa china sul mio cazzo e la spingo prepotentemente verso il basso: ora sono totalmente dentro di lei. La tengo giù, la lascio senza fiato.
    
    I conati si susseguono senza sosta, sento che è al limite, si dibatte per liberarsi dalla mia verga sprofondata nell’intimo della sua gola.
    
    La lascio andare.
    
    "Non sarai mai una vera troia. Non riesci nemmeno a fare questo. Che devo fare con te? Non imparerai mai!. Ora mettiti a pecorina e non muoverti di un millimetro."
    
    E' lì nuda, ferma, il viso rivolto verso il lunotto dell'auto illuminato dai fari curiosi delle altre automobili. So che vorrebbe nascondersi, so che si vergogna da morire, so che teme di essere riconosciuta da qualcuno, so che si sta eccitando a dismisura. Non dico una parola.
    
    Sfilo la cintura dai passanti dei pantaloni, il tintinnio della cerniera la fa trasalire, lo si nota da un'impercettibile ed improvvisa incurvatura della schiena. Piego la cinta in due, attendo ancora un po', poi le sferro una potente cinghiata sulle natiche che le fa scappare un urlo improvviso. Graffia la stoffa dei sedili, strizza gli occhi per soffocare il dolore. Carico nuovamente il braccio e ...
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