1. Il centro


    Data: 11/05/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Dicky1990

    "… comunista di merd..” A metà del sottopassaggio la voce di Paolo si era interrotta mentre una moto superava la macchina di Valentina a forte velocità. Ancora qualche centinaio di metri e il segnale sarebbe stato di nuovo disponibile ma non importava perché tanto non aveva alcuna intenzione di richiamarlo. Era un sabato mattina di piena estate e Roma era pressoché deserta. Dopo aver svoltato a sinistra, cominciò a percorrere Via Tiburtina. “Sembra che lo abbiano bombardato questo posto” pensò fra sé e sé mentre superava scheletri di edifici che una volta erano state fabbriche e depositi. Da quando si era trasferita a Milano, Roma le sembrava un paese del terzo mondo e certamente quella parte della città non poteva farle cambiare idea. Il comunista di merda a cui si riferiva Paolo era Roberto, suo vecchio amico dell’Università. Si erano conosciuti al primo anno di Economia e Commercio e fino a quando Roberto non aveva deciso di lasciare gli studi per trasferirsi in America Latina erano stati inseparabili. Negli anni lei aveva finito l’Università, trovato lavoro presso una prestigiosa Banca di Investimenti e dopo alcune esperienze in giro per l’Italia da qualche tempo viveva a Milano con Paolo, un suo collega di lavoro. Di tanto in tanto però il week end era a Roma per visitare i genitori e la sorella. I contatti con Roberto li aveva sempre mantenuti. Roberto aveva vissuto per molto tempo in Argentina prima di trasferirsi in Bolivia e poi in Perù. Poi era tornato in Europa, ...
    ... prima in Belgio, poi in Germania e per ultimo in Francia. Da qualche mese era tornato in Italia e viveva presso un centro di accoglienza dove lavorava come volontario. Negli anni si erano scritti regolarmente e ogni tanto si erano sentiti per telefono. Paolo non aveva mai incontrato Roberto, ma si era fatto un’idea precisa di che tipo fosse e non provava per lui particolare simpatia. Quando Valentina seppe che stava tornando in Italia le sembrò naturale mettersi d’accordo per incontrarlo. In particolare il fatto che tornasse proprio a Roma la rese molto felice, non l’entusiasmava però incontrarlo dove lui ora lavorava. Seguendo le indicazioni del navigatore, l’auto lasciò la strada principale, percorse per qualche minuto una traversa e quindi si infilò in una stradina che limitava un grande campo incolto. Superò dei cassoni accanto ai quali erano buttati dei materassi e continuò lentamente alla ricerca del civico esatto. Erano le 11 e il sole era alto nel cielo. “39 gradi” lesse sul cruscotto e automaticamente si passò la mano sulla fronte ad asciugarsi un sudore inesistente visto che all’interno dell’abitacolo la temperatura era di gran lunga più bassa. Dopo poco si rese conto di essere arrivata. All’indirizzo cercato corrispondeva un piccolo cancello aperto che immetteva su un piazzale. Al centro del piazzale un piccolo rettangolo che una volta doveva essere stato un campo per la pallavolo. Da un lato del cortile un edificio di due piani sulla cui facciata scrostata si poteva ...
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