1. Odi et amo. il nuovo professore


    Data: 11/05/2019, Categorie: Etero Autore: Naoko

    ... vide si ricordò cosa era successo la notte prima. Scese furiosa dal letto e si gettò contro di lui. "Sei matto?!?! Ti rendi conto di cosa hai fatto?! Chi ti ha dato il diritto?!"
    
    Fece in tempo a concludere la frase e si rese conto di essere solamente in intimo. Indietreggiò confusa. "Cosa hai fatto?" gli chiese. Daniele sorrise compiaciuto, capì il suo fraintendimento ma decise di provocarla ulteriormente. Si avvicinò e sollevò il suo viso per poterla guardare dritto negli occhi. "Credevo avessi una memoria migliore" le rispose. Debora lo spinse via urlando "non mi toccare!". Si diresse verso la porta della camera ma Daniele la bloccò prima, la afferrò e la spinse sul letto. In meno di due secondi le fu addosso. Lei lo guardò terrorizzata, cerco di svincolarsi ma solo allora si rese conto di quanto alto e forte fosse. Le sue mani la tenevano ferma e le impedivano di muoversi. "Fermati" mugugnò. "Mi dispiace ma non puoi sfuggirmi ora, ti ho aspettata per troppo tempo" le rispose e si avvicinò al suo viso, annusandole i capelli e mordendole il collo, mentre con le mani percorreva il suo esile e dolce corpo. "Smettila, non è divertente" ansimò Debora, "lasciami andare". Cercò di muoversi, di liberarsi dalla sua presa, ma era bloccata. Daniele si era impossessato del suo corpo e della sua mente, si era radicato talmente tanto in lei che ormai era impossibile scappare. Ciò che c'era tra di loro era un sentimento di amore e odio che non aveva precedenti, pensò Daniele. Anzi, ...
    ... forse ce li aveva. Si fece spazio nella sua mente il famoso carme di Catullo: "Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così, e mi tormento". Non riuscì a trattenere un lieve sorriso malizioso. La guardò. "Ti sei pressa gioco di me fino ad ora, ma adesso è arrivato il mio turno di giocare. Le mie mosse rimarranno talmente indelebili che nessun altro uomo avrà il coraggio di avvicinarsi a te, perché capirà immediatamente di chi sei proprietà". Non le lasciò il tempo di controbattere e le bloccò il respiro con un bacio. Continuò a lasciarle baci e morsi lungo tutto il corpo, mentre lei cercava invano di respingerlo. Le strappò le mutande di pizzo e le divaricò le gambe, si abbassò i pantaloni ed entrò dentro di lei. Le tappò la bocca con la mano, per evitare qualsiasi rumore, ed iniziò a muoversi, in modo lento ma aggressivo. La guardò. Aveva gli occhi chiusi, il respiro incostante. Il suo petto si gonfiava tremante, il suo seno, nascosto dal reggiseno, era perfetto come ogni parte di lei. La sua schiena si inarcava e si stendeva, la sua pelle chiara mostrava i segni rossi lasciati dalle strette delle sue mani e i suoi capelli scivolavano lentamente seguendo i suoi movimenti. Debora ansimava, gli stringeva le braccia in modo tale che non si capiva se volesse respingerlo o trattenerlo. Quante cose avrebbe voluto farle. Uscì da lei, le afferrò i fianchi e la girò, poi la penetrò nuovamente. Riprese a muoversi ma questa volta più velocemente, la stringeva ...
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